15-10-2015
Il sindaco di Napoli De Magistris ha dato il suo benestare. Il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, ha aperto un fascicolo e ha chiesto di esaminare gli atti di certificazione del nascituro
C’è chi è contrario, chi favorevole; probabilmente è uno dei temi più caldi di questo momento, che ha spaccato in due l’Italia. Stiamo parlando delle unioni civili.
Il caso di Napoli sarà annoverato nei libri di storia come il precedente che potrebbe aprire una nuova strada. Il sindaco Luigi de Magistris ha aiutato due mamme a potere riconoscere ufficialmente la nascita del piccolo Ruben nel paese d’appartenenza. Ruben è venuto al mondo da Daniela con inseminazione artificiale. Lei è sposata ufficialmente con Marta, e sono rispettivamente napoletana e sarda. L’ufficializzazione è avvenuta in Spagna. Le due mamme, recandosi negli uffici dell’anagrafe di altre regioni, hanno messo in subbuglio il sistema stesso della certificazione, dal momento che sul modulo da compilare erano riportate le due diciture: padre - madre.
Così, dopo un’attenta valutazione, si è deciso di inserire il nome di Marta alla voce "padre". Molti hanno partecipato attivamente alla bagarre, consigliando alle due donne di intraprendere una battaglia legale e di non lasciarsi sconfiggere dal sistema. Fin quando De Magistris non è entrato in scena e ha dichiarato: “Abbiamo scritto una bella pagina di civiltà giuridica, al di là di quella che sarà l’autonoma valutazione del Parlamento su questi temi”. Il sindaco De Magistris è cosciente quindi di andare contro il governo che ha già negato di formalizzare i matrimoni di coppie omossessuali celebrati in altri paesi del mondo.
Intanto il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone ha aperto un fascicolo e chiesto di acquisire i documenti della nascita di Ruben presso i registri anagrafici del Comune. “Valuterò gli atti – ha sostenuto il prefetto – insieme con il ministero”. Attraverso la certificazione, ricordiamo, si darà la possibilità al nascituro di ottenere dei diritti fondamentali che altrimenti gli sarebbero preclusi: avere una carta d’identità e un passaporto, ed essere quindi un cittadino del mondo e non più un apolide.
Non si tratta, a questo punto, solo di esecrare la mancanza di una famiglia composta da padre e madre. Il processo di accettazione, probabilmente, sarà duro e complesso, e non potrà prescindere da elementi culturali e della tradizione cattolica.
TAG: napoli, ruben, de magistris, unioni civili
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