23-10-2015
Due attentati registrati ieri e uno oggi, aumenta il numero di vittime dell’intifada dei coltelli mentre Kerry incontra Netanyahu a Berlino
Altri attentati scuotono Israele. La giornata di ieri si aperta con un accoltellamento avvenuto all’ingresso della sinagoga di Beit Shemesh (nei pressi di Gerusalemme) dove un religioso israeliano è stato pugnalato da due palestinesi seguaci di Hamas. Uno degli attentatori è poi morto dopo essere stato colpito dalla polizia israeliana. Anche a Hebron, in Cisgiordania, un palestinese che in seguito è riuscito a scappare, ha tentato di accoltellare un soldato israeliano senza riuscirci. Oggi è stato registrato un primo attentato a Gush Etzion in Cisgiordania, ad un soldato che è riuscito a sparare all’assalitore, poi catturato. Con questo il numero degli attentatori palestinesi catturati è stimato a 27.
In questo quadro di avvenimenti scende in campo la diplomazia Usa con il segretario di Stato John Kerry che ieri ha incontrato a Berlino il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Durante il summit durato 4 ore - al quale era presente anche l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini - incentrato sulla “fine dell’istigazione e della violenza”, Kerry ha dimostrato un “cauto ottimismo” nella distensione del conflitto. A questo proposito ha annunciato alcuni degli argomenti che esporrà prossimamente ad Amman, dove incontrerà Abu Mazen e Abdallah di Giordania, garante della Spianata delle Moschee, sito di culto per ebrei, musulmani e cristiani e centro della disputa per la quale sarebbe scoppiata la terza intifada. Kerry spera così di “concordare sui passi che possono essere presi oltre alle condanne e alla retorica”.
Netanyahu ha puntato il dito contro Abu Mazen, ribadendo il concetto che il Presidente della Palestina sta spargendo falsità su Israele e affermando: “Sono menzogne che Israele voglia cambiare lo Status quo alla Spianata delle Moschee, sono menzogne che Israele stia giustiziando i palestinesi. Tutto ciò è falso”. Il premier israeliano avrebbe infatti proposto di diffondere un comunicato riguardo lo status quo non violato. Mogherini alla fine del colloquio ha affermato: “ Ottimismo è troppo ma non vado via da Berlino con la sensazione di un colloquio del tutto negativo” e ha aggiunto di “Aver visto Netanyahu molto consapevole della situazione e preoccupato per Israele e impegnato a dare un contributo”.
TAG: gerusalemme, netanyahu, kerry, israele, abu mazen
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