17-11-2015
Hollande: “così distruggeremo l’Isis”
"La Francia intensificherà gli attacchi in Siria. I miei complimenti ai piloti francesi che ieri hanno portato a termine l'operazione a Raqqa”. È quanto ha dichiarato il presidente francese François Hollande a Versailles, il quale così prosegue, riferendosi all’Isis: "Non dobbiamo contenere quest'organizzazione, la dobbiamo distruggere". E così nella notte sono ripresi i bombardamenti francesi sulla Siria: 30 raid sono stati lanciati in poche ore da 12 jet francesi su Raqqa e sul polo petrolifero di Dayr az Zor. Dalle operazioni militari sono stati distrutti un centro di comando e un campo d'addestramento jihadisti, nonché colpiti gran parte dei centri nevralgici. In un comunicato diramato dallo stato maggiore francese si legge come l’attacco, avvenuto alle ore 1.30 italiane, sia stato condotto in coordinamento con le forze USA, ed “era diretto a distruggere obiettivi identificati durante voli di ricognizione effettuati da jet francesi, a differenza del primo in cui Parigi aveva colpito postazioni di Isis identificate dal Pentagono”. Attacchi, quelli francesi sulla Siria, ritenuti legittimi in seguito agli attentati di Parigi. È quanto ha dichiarato il ministro degli esteri francese Laurent Fabius a margine del G20 in Turchia. È stata in quella occasione che Fabius ha spiegato come la decisione di condurre attacchi aerei a Raqqa sia stata ”politica e che la Francia deve essere presente e attiva in seguito agli attentanti che hanno ucciso 129 persone”. Stando comunque a quanto diramato da jihadisti islamici in un comunicato, i raid francesi hanno colpito luoghi deserti e quindi sembra non ci siano state vittime tra la popolazione civile.
Del resto Hollande ha parlato chiaro davanti al Parlamento riunito lunedì in seduta straordinaria a Versailles: "Siamo in guerra. Gli atti commessi venerdì a Parigi sono atti di guerra. L'aggressione contro il nostro Paese - spiega - è un'aggressione contro i suoi valori, la sua gioventù e il suo stile di vita perché noi siamo la patria dei diritti dell'uomo”. E fa anche riferimento e fede a un glorioso passato, Hollande, quando dichiara che la Francia, nel corso della storia, ha affrontato molte prove e tutti coloro che hanno voluto sfidarla sono stati perdenti e “sarà così anche questa volta perché il popolo francese non si rassegna". E quando afferma che l’Isis non va contenuta bensì distrutta, Hollande, rivolgendosi sempre alle camere, afferma ancora come serva una grande e unica coalizione per combattere questo esercito terroristico. Asserendo ciò il premier francese chiede esplicitamente l’aiuto dell’unione europea, puntando sul fatto che il terrorismo non è soltanto un nemico della Francia ma di tutta Europa. Una solidarietà “avanzata” facendo diretto riferimento all’articolo 42.7 del trattato dell'Unione, il quale prevede, di fronte all'aggressione di uno Stato, che tutti gli Stati membri diano solidarietà. Non è però soltanto all’Europa che il premier francese chiede di collaborare nella lotta all’Isis e, lamentandosi di come la comunità internazionale sia ancora troppo incoerente e divisa, annuncia che nei prossimi giorni incontrerà Barack Obama e Vladimir Putin “per unire le nostre forze contro gli jihadisti”, sempre più convinto che con l’unione delle forze si riuscirà a combattere questo male.
E mentre l’artificiere degli attentati di Parigi, Mohamed Amri, è stato catturato nel suo appartamento a Bruxelles, luogo nel quale sono stati ritrovati nitrato e sostanze utili per confezionare esplosivi, è ancora caccia all’ottavo uomo Salah Abdeslam. L’ottavo jihadista del commando, che dopo aver ucciso venerdì sera a Parigi 129 persone e ferite 152 è fuggito a bordo di una Wolkswagen Polo grigia, risulta ora essere il più ricercato d’ Europa.
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