31-01-2015
Poteva andare peggio. Viste le premesse è questo il pensiero condiviso dalla maggior parte degli italiani
Sergio Mattarella è il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Sobrie e realistiche le sue prime dichiarazioni: “Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E’ sufficiente questo”. Anche Papa Francesco con un telegramma commenta l'elezione dell'ormai ex-giudice della Corte Costituzionale: “Sia al servizio del bene comune”.
E' chiaro che, dal punto di vista politico, ha ancora una volta stravinto Matteo Renzi. Sgusciare fuori dalla pericolosa situazione in cui si trovava non era cosa facile ma, proponendo un nome benvisto dai dissidenti PD e addirittura da Sel, è riuscito nell'impresa. Inoltre, col coltello dalla parte del manico, ha potuto far convergere su Mattarella anche Ncd, Udc e Scelta Civica, mentre FI, sotto direttive del Cavaliere, ha consegnato ufficialmente scheda bianca nonostante, facendo un rapido calcolo, almeno 30 voti inattesi (sui 665 totali) sono stati registrati al termine dello scrutinio della quarta ed ultima votazione, il ché indica la presenza di alcuni franchi tiratori all'interno del centrodestra. Il M5S, senza passare dalla rapida consultazione web, ha mantenuto fede al suo candidato Imposimato, anche se Di Maio ad elezione avvenuta ha commentato sui social: “Buon lavoro al nuovo Presidente della Repubblica Mattarella”. Uno spiraglio di apertura che però è stato subito richiuso da Grillo: “50 sfumature di grigio”. Imperturbabile dall'altro lato dell'opposizione Salvini: “Non è il mio Presidente”.
Ma perché FI ha opposto così poca resistenza mostrando al contrario un comportamento a dir poco passivo nonostante il candidato Mattarella sia senza dubbio un potenziale nemico di Berlusconi? La questione può essere spiegata in più modi: o, come ritengono i maligni, si è trattato del solito teatrino, e dunque il nome era in realtà più che gradito ai due principali rivali politici, e magari addirittura contemplato all'interno del Patto del Nazareno, oppure i forzisti, ed il suo leader in particolare, non avevano altra scelta, in quanto dipenderà poi dallo stesso Renzi la salvezza del Cavaliere.
Comunque, almeno apparentemente, il profilo di Sergio Mattarella sembra ideale per la copertura di una tale carica. Sbirciando negli archivi possiamo ricordare che il neo-Presidente della Repubblica fu:
- Ministro della Pubblica Istruzione (1989) con la DC, dalla quale si dimise per protesta nel 1990 nei confronti della legge Polaroid secondo la quale le televisioni berlusconiane rivendicavano definitivamente una posizione di rilievo;
- relatore delle leggi di riforma del vecchio sistema elettorale, con la quale veniva introdotta una preponderante componente maggioritaria nella legge che fu poi, proprio in suo nome, ricordata come Mattarellum;
- candidato nella lista dell'Ulivo nelle elezioni 2006 ed eletto deputato, sostenendo la nascita del Partito Democratico con il quale però non si ricandidò nel 2008;
- componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa (2009);
- Giudice della Corte Costituzionale nel 2011.
C'è ottimismo, forse perché, dato il periodo, basta veramente poco per risollevare gli animi, e dunque la pur semplice elezione di un Presidente qualificato sembra cosa straordinaria. Tuttavia sperare in un buon settennato è lecito. E sinceramente buono, visti i tempi, ci sembra sufficiente.
TAG: Mattarella, Presidente, Repubblica, Elezioni
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