13-01-2016
La Corte Suprema indiana ha esteso il periodo di permanenza di Latorre in Italia. Dura la reazione del Kerala
Caso Marò. Massimiliano Latorre rimarrà in Italia fino al 30 aprile: è la decisione della Corte Suprema indiana con la quale è stato esteso il periodo di permanenza nel territorio italiano, il quale sarebbe scaduto il 16 gennaio prossimo. La Farnesina replica: Latorre potrà rimanere in Italia per tutta la durata del procedimento dell’arbitrato internazionale, la Corte Suprema indiana non avrebbe infatti poteri decisionali in merito al Fuciliere. Massimiliano Latorre è stato accusato insieme al suo collega, Salvatore Girone, della morte di due pescatori nelle acque dell’oceano indiano, a largo delle coste del Kerala: l’episodio che ha portato all’arresto dei due fucilieri di marina, risale al 15 febbraio del 2012. Latorre e Girone avrebbero sparato ai due pescatori, con la convinzione che si trattasse di un’imbarcazione pirata. Il processo ai due fucilieri in un primo momento venne condotto dalle autorità del Kerala, e solo in seguito trasferito a New Delhi su decisione della Corte Suprema. Una vicenda complessa che da anni coinvolge l’Italia e l’India in uno scontro diplomatico.
Massimiliano Latorre ha fatto il suo rientro in patria nel settembre 2014, al fine di poter essere sottoposto a necessarie cure per l’ictus che lo ha colpito nella sua permanenza in territorio indiano: da quel giorno non ha fatto più rientro in India, a differenza di Salvatore Girone. Qual è stata la reazione dell’India di fronte alla notizia? Il governatore del Kerala ha ribadito la necessità di far tornare Latorre in India, in quanto i Marò «Hanno commesso un crimine in territorio indiano e quindi devono rispondere alle leggi indiane». Una reazione proviene anche dai pescatori del Kerala: Charles George, responsabile del Kerala Fisheries Coordination Commitee, si è rivolto al premier Nerendra Modi, accusandolo di aver ceduto alle pressioni della comunità internazionale, e dunque di aver tradito il popolo.
Un passaggio fondamentale della questione risale al 24 agosto scorso: il Tribunale internazionale del mare di Amburgo ha stabilito infatti che il Caso dei Marò debba essere competenza dell’arbitrato internazionale. Quest’ultimo è un mezzo di soluzione pacifica delle controversie, il quale secondo la Convenzione dell’Aia del 1907 «Ha per oggetto il regolamento di liti fra Stati per opera di giudici di loro scelta e sulla base del rispetto del diritto. Il ricorso all’arbitrato implica l’impegno di assoggettarsi in buona fede alla pronuncia». Una controversia che da anni anima la reazione dell’opinione pubblica italiana che richiede a gran voce il rimpatrio dei Marò.
Casinò online, cos’ha fatto la differenza nel 2021?
Cura del viso: tutti sui sieri
L’intrattenimento guarda al futuro: come cambia secondo Sergio Brancato
Il modo di vivere delle persone è stato radicalmente cambiato dall’impatto del Covid-19
Roma: con Fonseca l’inizio di una nuova era
Wi-fi, connessione dati e smartphone: Lazio tra le regioni più tecnologiche
Romina Power il dolore devastante per il lutto: “Ti ho sempre amato”
Verso Euro2020. La rinascita italiana passa anche dal Sud
Belgio, sparatoria a Liegi: morti due poliziotti. Il killer era uscito ieri dal carcere
Aperta un'inchiesta dall'antiterrorismo
L’intrattenimento guarda al futuro: come cambia secondo Sergio Brancato
Il modo di vivere delle persone è stato radicalmente cambiato dall’impatto del...
Per l'estate 2018 previste 90 proiezioni gratuite al centro del porto turistico di Ostia