26-01-2016
A Maghera, sono comparse sulla targa di commemorazione delle vittime delle foibe scritte e simboli in vernice rossa
La notte scorsa, nella provincia di Venezia, è stato nuovamente imbrattato il monumento ai martiri delle foibe, realizzato alcuni anni fa a Marghera. Il monumento consiste in una pietra di notevole dimensioni con una targa che ricorda le vittime scomparse nell’eccidio. Proprio su questa targa sono comparse scritte con vernice rossa ed un simbolo con falce e martello. Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Maghera, sottolinea che questo è il “solito gesto infame, che rende più attuale il Giorno del Ricordo”. Continua dicendo: “Ovviamente, ripuliremo subito. Ovviamente, nessuno si farà intimidire o impressionare da questo gesto vigliacco; anzi, esso conferma l’attualità dell’iniziativa che ogni anno si ripete in tutta Italia e che nella nostra città ha, da sempre, un particolare significato”.
Bettin afferma che questo misfatto si compie ogni anni da “infami nel buio”, e che anzi quest’anno hanno giocato d’anticipo sui tempi. Difatti gli imbrattatori del monumento ai martiri delle foibe, nell’omonima piazza di Maghera, si sono presentati la scorsa notte ed hanno provveduto a deturpare la piccola struttura, in vista della Giornata del Ricordo della tragedia delle foibe e dell’esilio degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia, che ricade il 10 febbraio, ed anche del Giorno della Memoria del 27 gennaio. Ma il presidente afferma fiero: “Gli imbrattatori non lo sanno ma la loro sortita ormai stucchevole anche se non meno odiosa, è una specie di omaggio rituale che gli sconfitti con disonore, quali essi sono, rendono a chi, dalla Storia, ha infine avuto ragione”.
Con due parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta lo sfregio di Maghera: “Fortunatamente raglio d’asino non sale al cielo. Ma profanare un monumento ai martiri è una delle vigliaccate più aberranti. Esprimo tutto il mio sdegno per un gesto inumano, indice di una bassezza senza pari”. Il politico continua affermando che l’offesa è tanto più grave perché si è in prossimità della ricorrenza del 10 febbraio, ed è fermo sulla convinzione che gli autori del “gesto infame” meritino una punizione esemplare, augurandosi che siamo quanto prima individuati e posti davanti alle loro responsabilità.
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