12-02-2016
Maxi operazione della polizia e della questura di Catania: gli indagati timbravano il badge, ma gli uffici erano vuoti
Acireale, assenteismo in Comune. Maxi operazione della polizia e della questura di Catania, contro dipendenti comunali assenteisti, che risultavano regolarmente al lavoro nonostante in quelle ore i loro uffici fossero vuoti. Sono 62, su oltre 600, gli indagati colpevoli di aver utilizzato il badge personale per falsificare la loro presenza sul posto di lavoro. Grazie all'utilizzo di telecamere nascoste, gli agenti del commissariato di Acireale hanno potuto accertare che molti di loro utilizzavano il badge di altri colleghi che risultavano assenti. Una vera e propria associazione, dove il compito di timbrare il cartellino altrui, garantiva una copertura costante e sicura ai furbetti di turno. Dei 62 dipendenti coinvolti, tre sono agli arresti domiciliari, dodici hanno l'obbligo di firma e 47 sono stati denunciati in stato di libertà.
L'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Pasquale Pacifico e riscontrando le strisciate dei badge con la presenza negli uffici, il gip Giovanni Cairolo ha disposto gli arresti domiciliari per i tre dipendenti con il maggior numero di assenze irregolari, ossia quelli che hanno usufruito maggiormente dei servizi prestati da altri colleghi. Ad esempio la polizia ha accertato che un impiegato ha timbrato il cartellino per altri 5 dipendenti comunali. Il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, ha commentato "Un sindaco non può cogliere con piacere una simile notizia, ma bisogna essere severi nei confronti di coloro che adottano atteggiamenti che vanno contro la pubblica amministrazione. Attenzione a non fare di tutta l'erba un fascio, ciò nel rispetto dei dipendenti del comune di Acireale che giornalmente svolgono il loro dovere - e prosegue - Saremo rigorosi nell'applicare le leggi vigenti di competenza dell'amministrazione comunale previste per questo genere di reati (...). Confido nell'azione della magistratura e spero che gli impiegati coinvolti possano trovare ragioni per giustificare i fatti contestati".
Senza dubbio, gli habitué della strisciata fraudolenta al Comune di Acireale erano in tanti: dal timbratore ufficiale al dipendente che affidava normalmente il suo tesserino nelle mani altrui. Tra ritardi, fughe anticipate e vere e proprie assenze, i lavoratori beneficiavano l'uno dei favori dell'altro. Favori che sono valsi l'accusa di truffa ai danni di ente pubblico e di falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro. Ma l'associazione di dipendenti, tesserini alla mano, non aveva fatto i conti con il malcontento dei cittadini, che trovando gli uffici vuoti, hanno fatto scattare le indagini del commissariato di Acireale. Le telecamere nascoste hanno ripreso per 12 giorni le azioni dei lavoratori intenti a beggiare i tesserini degli assenti, risalendo così alle loro identità. Agli arresti domiciliari ilfunzionario dell’ufficio tributi Orazio Mammino e i dipendenti Mario Primavera e Venera Lizio.
Per Antonio Grasso, Mario Cocilovo, Giuseppe Galvagno, Carmelo Di Bartolo, Carmelo Amore, Pietro Currò, Anna Maria Anastasi, Teresa Messina, Orazio Musmarra, Pietro Valerio, Salvatore e Santo Trovato invece, è scattato l'obbligo di firma. Nomi che sommati agli altri 47, indagati a piede libero, restituiscono una percentuale significativa dell'entità della truffa: su 240 dipendenti del plesso comunale di piazza San Cosmo, uno su quattro, di sovente, non si presentava al lavoro . Alcuni di loro avrebbero svolto solo il 50% delle ore lavorative previste, attestando falsamente la propria presenza in servizio, tramite l'alterazione dei sistemi di rilevamento o con altri metodi illegittimi. L'inchiesta sui dipendenti assenteisti di Acireale potrebbe proseguire ancora: la procura di Catania sta valutando se perseguire anche i funzionari che potrebbero essere responsabili delle assenze dei loro scaltri dipendenti.
TAG: dipendenti assenteisti acireale, truffa dipendenti comunali, assenza lavoro acireale, assenteismo comune,
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