12-03-2015
Come la squadra romana è passata dalla contestazione dei tifosi ad un modello calcistico da seguire
Lunedì scorso, nel posticipo della ventiseiesima giornata del campionato di Serie A, la Lazio battendo la Fiorentina con il risultato netto di 4-0, ha confermato di essere al momento la squadra più in forma del campionato e di meritare quel terzo posto in compagnia del Napoli appena raggiunto.
Alcuni, tra opinionisti e giornalisti del settore hanno parlato di partita perfetta, bel gioco e giusto risultato, sopratutto perchè di fronte c'era un'altra bella realtà del calcio italiano, la Fiorentina di Montella, che aveva da pochi giorni battuto la Juventus sul suo campo nella semifinale di Coppa Italia.
Il calcio si sa è fatto dai risultati, che puntualmente possono smentire o confermare le tante parole degli addetti ai lavori che quotidianamente si adoperano in minuziosi studi, che vanno dalle analisi di gioco, tecnica e talenti, sino a spingersi su questioni economiche e gestionali delle società.
La Lazio di Lotito e Tare (dirigente sportivo) è ora sotto l'attenzione di tutti come modello gestionale, rispetta il fair play finanziario ed ha una squadra primavera ai vertici del calcio giovanile. In un futuro a medio termine, proprio dai settori giovanili, ci si aspetta che possano emergere diversi talenti da far esordire in prima squadra (un esempio sono le ottime prestazioni di Keita e Cataldi). Sul fronte degli acquisti, le scelte si sono rivelate mirate, con attenzione più al budget che ai tifosi ed alla stampa romana.
Tenendo a mente sempre il rapporto qualità / prezzo, l'accoppiata ai vertici della Lazio si è mossa negli ultimi tempi sul mercato con oculatezza ed attenzione, collezionando anche investimenti fallimentari, ma pescando al contempo delle vere perle come il talentuoso e promettente fuoriclasse brasiliano Felipe Anderson.
A tutto ciò aggiungiamo l'esperienza sul campo di un Campione del Mondo, già leggenda del calcio, come Miroslav Klose ed il vicecampione argentino Lucas Biglia.
Eppure oggi parlare bene di questa squadra sembra facile, ma fino a pochi mesi fa, nella Roma biancazzurra si respirava tutto altro clima. I cugini giallorossi a contendersi il campionato con la rivale Juventus e i risultati, sopratutto dello scorso campionato, al di sotto delle aspettative, avevano portato allo sciopero dei tifosi ed alle vibranti contestazioni nei confronti del Presidente (da alcuni definito padrone) Lotito.
Il calcio però si sa, ha il suo aspetto schizofrenico. Si gioca sempre di più e la costruzione di una squadra vincente, che in passato poteva richiedere anche qualche anno, adesso deve avvenire in meno di una stagione. Ne ha pagato le conseguenze la Roma, che ha bruciato tre allenatori prima che Garcia potesse trarre i frutti da quella costruzione e che oggi, in crisi di risultati, rischia a sua volta di soccombere di fronte alla stampa ed ai tifosi che meno di un anno fa lo osannavano come un nuovo profeta nel calcio italico.
Stefano Pioli, prima della Lazio era un buon allenatore perdente, che non era riuscito ad evitare la serie B con il Bologna. Arriva alla Lazio tra le contestazioni dei tifosi ed ora è anch'esso uno degli autori del successo dei romani, lavorando con umiltà e forse senza essere troppo osservato dai media.
Oggi ci chiediamo se per la Lazio sarà vera gloria o se, in un mediocre campionato italiano, la prima crisi di risultati, riporterà nuovamente la squadra nell'anonimato e tra le contestazioni dei suoi tifosi che ora desiderano ed auspicano come obiettivo forse primario il sorpasso sui cugini giallorossi, accreditati ad inizio torneo come i favoriti per il tricolore.
Nel frattempo, godiamoci lo stato di grazia dei talenti laziali, nell'avvincente lotta per le posizioni d'onore della classifica, visto che oramai il titolo finale sembra già assegnato con oltre due mesi d'anticipo.
TAG: lazio, fiorentina, napoli, lotito, tare, terzo posto, serie a, fair play finanziario, keita, cataldi, klose, biglia, anderson, pioli, roma
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