15-04-2016
Scoperto traffico di esseri umani, ma la polizia si ispira allo stesso metodo usato per incastrare Al Capone
Maxi retata della polizia, iniziata ieri pomeriggio e terminata all’alba di questa mattina, all’Artemis, il più grande bordello di Berlino e meta ambita del turismo sessuale internazionale. Oltre 900 uomini, tra agenti di polizia, pubblici ministeri e funzionari del fisco, hanno fatto irruzione nel club, arrestando i due gestori del locale e quattro “madame” per una maxi evasione fiscale. I tremila metri della struttura sono stati perquisiti centimetro per centimetro. Le 117 prostitute e i 100 clienti presenti sul posto sono stati fermati fino alla fine delle operazioni e verranno ascoltati nei prossimi giorni in qualità di testimoni e non di indagati.
Le persone finite in manette sono accusate di frode fiscale e di mancato versamento dei contributi previdenziali. Sono in corso, però, anche indagini per presunto traffico di esseri umani, in cui sarebbero coinvolta alcuni bikers degli Hell’s Angels, che - stando a quanto spiegato dal procuratore tedesco Sjors Kampstra - avrebbero procurato donne in cambio di favori, come ad esempio, ingressi gratuiti. Di fatto, la prostituzione in Germania è legale dal 2002, ma per l’Artemis si parla di un vero e proprio sistema di sfruttamento di donne provenienti per la maggior parte dall'Est Europa, dalla Russia e da vari Paesi arabi, sottoposte anche a brutali maltrattamenti.
L’indagine è stata aperta circa sei mesi fa, su segnalazione di una donna che, sfuggita ai maltrattamenti dell’ex compagno, un "biker" degli Hell's Angels, si è rivolta alla polizia. Per intervenire in tempi brevi, gli inquirenti si sono concentrati su accuse di evasione fiscale "come fecero con Al Capone" ha spiegato Andreas Behm, capo della procura di Berlino. E i presupposti per farlo c’erano tutti, perché il club ingaggiava le donne come “libere professioniste”, ma di fatto queste erano delle vere e proprie dipendenti, con turni, prestazioni e tariffe prefissati. Non pagando i contributi previdenziali, i responsabili dell’Artemisia, dal 2006, hanno sottratto alle casse dello Stato ben 17,5 milioni, ha spiegato Michael Kulus, capo delle dogane di Berlino. Le autorità hanno confiscato 6,4 milioni di euro in contanti. Oltre al Club sono stati perquisiti anche abitazioni e uffici e sequestrati documenti e computer. Alcuni media tedeschi, ipotizzano un collegamento con i blitz di martedì scorso effettuati contro clan arabi che hanno un ruolo importante nel controllo della criminalità di Berlino ma gli inquirenti non hanno confermato. Intanto, nei prossimi giorni le autorità decideranno se mettere i sigilli al celebre tempio del sesso a pagamento.
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