12-05-2016
L’allenatore ha già parlato con la dirigenza, il nodo è l’ingaggio. Intanto, spunta una penale da pagare nelle casse della Federazione cilena in caso di accordo con un club
Dopo l’annata fallimentare, in casa Lazio si prepara l’annunciata rivoluzione. Molti i giocatori dati per partenti, da Biglia a Candreva, il mercato in uscita sembra non porre più ostacoli ai big della squadra. Ma in queste ore è soprattutto la questione dell’allenatore a tenere banco. Nonostante i buoni risultati ottenuti da Simone Inzaghi, la sua permanenza sulla panchina dei biancocelesti il prossimo anno è ancora in forse. Attualmente la minaccia più grossa è rappresentata da Jorge Sampaoli, sempre più insistentemente accostato alla panchina della Lazio. In effetti, l’ex ct del Cile delle meraviglie, è sbarcato all’alba di ieri a Fiumicino dove ad attenderlo c’era il dirigente biancoceleste Stefan Derkum. In serata il primo incontro con Lotito, Tare e il suo agente Federico Pastorello. Le parti sembrano aver trovato subito una certa intesa. A confermarlo l’invito per oggi a visitare il Centro Sportivo di Formello.
A sostenere la candidatura di Jorge Sampaoli alla guida della panchina biancoceleste è il ds Tare che oltre ad ammirare il genere di calcio espresso dalle sue squadre, aggressivo e rapido, ne apprezza le doti carismatiche e la capacità di tenere unito lo spogliatoio. Qualità che, dopo tanta gavetta, lo hanno portato a diventare in Cile una leggenda vivente. Con l’Universidad del Chile, squadra nella quale si è consacrato dopo aver sbaragliato la concorrenza di Simeone, ha vinto tre scudetti e una Coppa sudamericana. Poi, l’esperienza con la Nazionale cilena che, dopo un Mondiale vissuto a alti livelli, ha portato nel 2015 sul tetto dell’America, vincendo la Coppa America e battendo in finale l'Argentina ai rigori. Impresa che gli è valsa anche la candidatura al titolo di miglior allenatore del 2015, assieme a Pep Guardiola e a Luis Enrique, poi vinto da quest’ultimo.
L’allenatore, considerato un rivoluzionario del calcio attuale, non è però gradito a tutti. Il mondo biancoceleste è spaccato tra chi vorrebbe la riconferma di Simone Inzaghi, che sta facendo vedere un gioco aggressivo e divertente, chi desidererebbe invece Mihajlovic e chi, infine, è stuzzicato proprio da questo nome. Di certo se i’ex tecnico del Cile approdasse alla Lazio avrebbe già pronta una lista dei desideri. I giocatori da lui richiesti per gettare le basi della Lazio che verrà sono: Pablo Barrientos, esterno già in forza al Catania e attualmente al San Paolo, Manuel Rojas, centrale mancino del Belgrana ma in scadenza a dicembre prossimo, Rodrigo Caio, difensore centrale del San Paolo.
Al momento sembra però che a frenare la trattativa sia l’ingaggio. Sampaoli chiede un biennale a 2,6 milioni di euro annui, cifra ritenuta al di sopra dei parametri fissati da Lotito che si è dimostrato, però, disposto a trattare. Nel suo gioco al ribasso, il presidente biancoceleste avrebbe messo sul piatto due milioni di euro più bonus legati ai vari risultati. La differenza è minima ma le trattative intavolate da Lotito sono lunghe, estenuanti e soprattutto imprevedibili. Nonostante circoli ottimismo, la rosa degli allenatori papabili resta ancora ampia e va da Ventura a Prandelli, passando per Inzaghi che, forte dell’appoggio dello spogliatoio, continuerà a giocarsi le sue carte fino alla fine. Intanto, sull’eventuale accordo penderebbe una penale da 1 milione di dollari da versare nelle casse della Federazione cilena. Cosa che aggiunge scetticismo all’incertezza.
TAG: jorge sampaoli, ss. lazio, simone inzaghi, lotito
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