14-07-2016
Il partito repubblicano tenta l’ultima carta per fermare il suo candidato
Mentre Hilary Clinton incassa l’endorsment di Bernie Sanders, Donald Trump vola sempre più nei sondaggi che lo vedono avvicinarsi alla rivale democratica. La cosa spaventa gli stessi organi del partito repubblicano che, sin dal primo momento, hanno cercato inutilmente di fermare le pretese del tycoon. Alla vigilia della convention di Cleveland, dove Donald Trump disporrà dell’appoggio dei delegati conquistati durante le primarie, l’establishment repubblicano sta tentando l’ultima carta: fermare Trump cambiando in corsa le regole del gioco.
Per cambiarle sarebbe sufficiente racimolare 28 adesioni fra i membri della Commissione Normativa del Grand Old Party, che sovraintende allo statuto del partito repubblicano e che può rivedere le modalità di svolgimento della convention. Il coniglio da estrarre dal cilindro sarebbe l’inserimento nello statuto di una clausola di coscienza. In altri termini si tratterebbe di dare la possibilità al delegato di votare un qualsiasi candidato, indipendentemente da quello appoggiato durante le primarie. Per far valere questa opportunità, i dirigenti del partito si rifanno ad una recente sentenza di un tribunale della Virginia che, nel rispetto dei principi costituzionali, si è espresso per il divieto di vincolo del mandato. È una cosa più facile a dirsi che a farsi.
Innegabilmente si creerebbe una frattura non sola all’interno della commissione, ma tra tutti gli elettori repubblicani che vedrebbero questa decisione alla stregua di un colpo di stato. Se ai maggiorenti del partito Trump non piace per la sua posizione libertaria e incontrollabile, l’elettorato repubblicano lo ha indubbiamente premiato durante le primarie anche se molti suoi fan incominciano a dubitare della sua capacità di rivestire un ruolo così delicato sullo scacchiere internazionale qual è quello del Presidente degli Stati Uniti. Così tutto è stato lasciato in sospeso, in attesa di capire, nei prossimi giorni, l’umore dei delegati che si preparano alla Convention del prossimo lunedì. Solo allora si capirà se Donald Trump ha in mano i 1238 delegati o se occorrerà tirare fuori dal cilindro i 28 “conigli” che serviranno ad affossarlo.
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