06-05-2015
Le opposizioni chiedono al capo dello Stato di non firmare: ma l'alternativa?
Oggi sul tavolo del Presidente della Repubblica ci sarà l’Italicum, approvata ieri dalla Camera. E proprio ieri le opposizioni, che non hanno partecipato al voto, hanno fatto appello al capo dello Stato, chiedendo di non firmare questo testo.
Che il capo dello Stato non stia lì per scaldare la sedia è ovvio, ma certo ogni volta che si approva una legge appellarsi al veto presidenziale è un comportamento da tifosi, nonché da ignoranti del buon costume politico: la legge elettorale ha certamente dei difetti, ma ha pienamente superato le questioni di incostituzionalità poste dalla Consulta sul Porcellum. In primis, le liste non sono più chiuse, blindate dai partiti, ma aperte alle preferenze, salvo i capolista; ma anche fossero liste chiuse, la Consulta aveva bocciato le liste del Porcellum non specificamente perché chiuse, ma perché anche molto lunghe, dunque gli elettori votavano liste di cui era impossibile conoscere tutti i nomi e di cui non si sapeva veramente quanti ne sarebbero entrati. Nell’Italicum i collegi, e quindi le liste, sono molto piccoli, in media di sei nomi, per cui il problema dell’incostituzionalità delle liste sarebbe comunque stato superato.
Per quanto riguarda il problema del premio di maggioranza, nell’Italicum è finalmente stabilita una soglia per raggiungere il premio del 55% dei seggi, soglia fissata al 40% dei voti, altrimenti ballottaggio e al vincitore il 53% dei seggi.
Ora, possiamo anche dire che la legge è imperfetta, forse l’uninominale sarebbe stata una soluzione migliore, forse no, ma rimane il fatto che senza questa riforma andremmo a votare con il cosiddetto Consultellum, un proporzionale puro con soglie di sbarramento al 4%, condannati eternamente alle larghe intese, agli intrugli, agli inciuci politici, agli accordi sotto e sopra il banco.
Chiedere a Mattarella di non firmare l’Italicum è come chiedergli di relegarci di nuovo a un monopolarismo di larghe intese che comprende tutto e tutti, da Bersani ad Alfano, e forse fino a Berlusconi.
E chiedere questo, è chiedere troppo.
TAG: mattarella, italicum, larghe intese
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