19-05-2015
La violenza verificatasi in occasione dell'apertura dell'Expo, lo scorso 1 maggio, inizia ad avere nomi e cognomi. All'alba di questa mattina un arresto, ma sono in corso ulteriori verifiche
Quando si parla di Expo la paura è tangibile (e giustificata): cosa sarà successo stavolta? Il più grande evento sull'alimentazione e la nutrizione ha fin'ora fatto parlare di sé solo in termini negativi, collezionando in meno di un mese dall'inizio, rappresaglie e cortei di chi, questo Expo proprio non lo voleva.
Era il 1 maggio. In una inaugurazione tutta fasto ed eleganza, l'Expo apriva i battenti. Milano era pronta ad accogliere il mondo e a far parlare di sé. Operazione riuscita. A darle una mano, a scapito di una città messa a ferro e fuoco, i black bloc infiltratisi nel corteo No Expo, che in modalità-Attila hanno distrutto tutto ciò che incontravano. Dopo la violenza, la fuga. Ed ora è tempo di caccia agli uomini.
"Ferma condanna: punire i colpevoli". Queste le parole a caldo del presidente Mattarella. Parole che risuonano ancora e che hanno avuto attuazione pratica all'alba di questa mattina. Un italiano di 28 anni, nato nell'hinterland milanese, è stato fermato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. L'uomo, attivista ai bordi dell'area anarchica milanese, è stato identificato come uno dei black bloc che in via Mario Pagano aggredirono il vicequestore Antonio D'Urso. Il dirigente del commissariato Quarto Oggiaro fu spinto a terra da quattro o forse cinque aggressori che tentarono di spaccargli la visiera del casco con un oggetto di ferro, infliggendogli allo stesso tempo bastonate per fortuna in parte attutite dalle protezioni di cui l'uomo era munito.
Il 28enne rischia fino a 4 anni e mezzo di carcere. Sono in corso ulteriori verifiche di conferma dell'identità dell'aggressore. Ma il fatto che il gip Donatella Banci Bonamici abbia firmato in poco più di 24 ore l'arresto, richiesto dal pm Piero Basilone, fa supporre che l'identificazione non abbia in realtà bisogno di ulteriori conferme.
31 ottobre 2015. L'Expo dovrà resistere alle tensioni e restare in piedi fino a quella data. Le premesse non sono delle migliori: cortei, violenza e figuracce fanno sì che l'evento tardi a decollare. L'entusiasmo iniziale si è rapidamente tramutato agli occhi del mondo in paura, sgomento e risate. Ma Expo e Milano cadono e si rialzano, c'è tutta la voglia di dar forma al sogno così come era stato progettato.
TAG: expo, black bloc, expo 2015
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