04-11-2016
Un marketing persuasivo di alimenti e bevande ricchi di zuccheri, sale e grassi imperversa su internet. Bambini e adolescenti vittime privilegiate
Il pericolo è dietro l’angolo, si maschera da normale pubblicità, e va eliminato. Il monito arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che si scaglia contro l’enorme diffusione, sul web, di pubblicità sul “cibo-spazzatura” – ricco di zuccheri, sale e grassi - che rispondono a tecniche di digital marketing sempre più aggressive e subdole. Le vittime privilegiate sono i bambini e gli adolescenti, sottoposti alla pressione del marketing che ha raggirato i media tradizionali – sui quali non trova più spazio – ottenendo una vasta eco nelle promozioni su social media, cellulari e giochi online (gli advergames, che veicolano messaggi sui prodotti).
Il meccanismo attraverso il quale tali promozioni raggiungono i soggetti più vulnerabili è semplice e spesso sottovalutato: secondo uno studio condotto in Gran Bretagna, il 73% degli adolescenti segue sui social network le pagine ufficiali dei marchi preferiti, il 62% clicca sui banner pubblicitari e il 57% fa acquisti –spesso mediante un click sbagliato – mentre utilizza un’app. A ciò si aggiungono la pubblicità impercettibilmente veicolata dai giochi online (nei quali troviamo spesso cibi e bevande di famosi marchi che fanno da contorno) e le catene di fast food che si presentano come luogo di ritrovo e gioco per i bambini che poi automaticamente consumano cibi al loro interno (è il caso della partnership tra McDonald’s e Pokemon Go che ha spopolato in Giappone).
È Innegabile che tale marketing persuasivo di alimenti e bevande sia legato al problema dell’obesità in bambini e adolescenti. È dunque arrivato il momento di intervenire, insorge l’Oms in un rapporto di oltre 50 pagine, con severe sanzioni, anche economiche, se necessario. L’obiettivo è formulare una legge che estenda la protezione già esistente anche alle attività online e che permetta agli stati (e non alle aziende) di stabilire i parametri di marketing per i bambini.
Un primo passo, insiste l’Oms, potrebbe essere la rimozione di pubblicità di cibi considerati dannosi da parte delle piattaforme private. Un passo minuscolo in direzione di una regolamentazione –apparentemente impossibile – del vasto e impervio mare di internet.
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