09-11-2016
A Clinton non serve il voto popolare, il magnate conquista tutti gli Stati in bilico
Come trovarsi al novantesimo sotto 3 a 0 e segnare il gol della bandiera. È un po' quello che è successo a Hillary Clinton nel tragico martedì elettorale dei Democratici americani. L'ex segretario di Stato ha infatti ottenuto più voti complessivi di Donald Trump, candidato repubblicano e prossimo presidente degli Stati Uniti. A conteggi ancora in corso, la distanza fra i due è di circa 100.000 voti a livello nazionale, con una tendenza in aumento per Clinton. Tutto inutile, perché The Donald ha vinto dove contava, ovvero nella quasi totalità degli Swing States, gli Stati tradizionalmente in bilico che fanno la differenza. La prima vera avvisaglia della serataccia in arrivo è per Clinton la perdita dell'Ohio, seguita dalla sconfitta di misura in Florida.
Eppure nel Sunshine State Clinton aveva puntato molte delle sue carte, forte dell'appoggio massiccio della comunità latina. Le file di ispanici pronti a depositare il proprio voto per la candidata democratica avevano fatto sperare il partito dell'Asinello. Ma un difetto di prospettiva ha accecato gli osservatori. Mentre a Miami Clinton conquistava oltre il 60 per cento delle preferenze, nelle aree rurali dello Stato si consumava una Caporetto. Uno scenario che si è ripetuto in tante altre parti degli Stati Uniti. A Dallas Clinton ha preso il 61%, ma i 38 grandi elettori del Texas sono andati comunque a Trump, che ha stravinto fuori dai centri urbani. La dinamica è riscontrabile anche altrove, nello Stato di New York o in California. Qui, tuttavia, le percentuali bulgare che Clinton ha ottenuto nelle grandi città l'hanno messa al riparo dalla sconfitta. Nella città di New York, l'ex senatrice ha incassato l'87 per cento, a San Francisco addirittura il 90 per cento.
L'elettore medio di Trump risiede nelle aree rurali, ed è anche tendenzialmente anziano. Dai 18 ai 45 anni Clinton prevale, ma nelle fasce d'età più mature non c'è storia. Un altro motivo per cui Trump ha conquistato la Florida, lo Stato del Buen retiro per molti pensionati provenienti da varie parti della Confederazione. Clinton appare in vantaggio nel voto femminile e in quello delle minoranze. Sconta però una scarsa popolarità fra gli uomini, in particolare bianchi. E paga dazio anche per la flessione in termini numerici del voto afroamericano, una delle tradizionali constituency del Partito Democratico. Un altro dato significativo è l'incoerenza fra l'early vote - il voto per corrispondenza, utilizzato circa dal 40 per cento degli americani - e il voto ai seggi. I dati indicavano infatti una leggera prevalenza di Clinton in tutti gli Stati in bilico nel voto per corrispondenza. Il capovolgimento di questo risultato suggerisce che si sia riversata sulla candidata democratica un'onda anomala finale, un voto dell'ultimo minuto che ha cambiato le carte in tavola, smentendo sondaggi e primi dati ufficiali. Lo tsunami politico dell'8 novembre dimostra l'imprevedibilità e la crudeltà del sistema elettorale americano. Il Partito Democratico ne esce a pezzi (in minoranza anche al Senato e alla Camera), mentre Donald Trump inizia il suo show alla Casa Bianca.
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