14-11-2016
Era ricercato per aver organizzato gli attentati al Museo del Bardo e allʼHotel Imperial di Sousse
Ricercato dai tunisini per aver organizzato gli attentati al Museo del Bardo e allʼHotel Imperial di Sousse, se ne erano perse le tracce. Dopo la falsa notizia del suo arresto a Sirte, diffusa lo scorso agosto, arriva oggi la resa dei conti per Moez Fezzani. Meglio noto alle cronache come Abu Nassim, il tunisino 46enne, considerato tra i reclutatori Isis in Italia, è stato, infatti, arrestato in Sudan. Individuato grazie al lavoro condotto dalle intelligence italiane, Fezzani, affiliato ad Al Qaeda, era tra l’altro ricercato in base ad un mandato di cattura internazionale, dopo la condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi, emessa nel 2014 dalla Procura Generale della Repubblica di Milano per associazione per delinquere con finalità di terrorismo.
Ma facciamo un passo indietro. Fezzani era arrivato nel nostro Paese negli anni ‘80 dove ha lavorato inizialmente come bracciante agricolo e muratore. Giunto a Bolzano, dove viveva con il fratello, viene fermato per spaccio di sostanze stupefacenti. Successivamente, tra il 1997 e il 2001, lo troviamo a Milano. È proprio nel capoluogo lombardo che Fezzani avrebbe fatto parte di una cellula del Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, associazione dedita al reclutamento di uomini da inviare nei paesi in guerra. Ed è lo stesso Fezzani, proprio durante un interrogatorio a Milano, davanti al gip Guido Salvini e al pm Elio Ramondini, nel dicembre 2009, a delineare un ritratto di sé: «Ho vissuto a Milano, Napoli, Bolzano e Valle d'Aosta. A Napoli ho fatto il bracciante, a Milano ho venduto eroina e hashish prima di diventare un uomo pio e religioso».
Nel 2007 Fezzani era finito al centro di un'inchiesta, condotta a Milano, per terrorismo. Ma di lui si erano perse le tracce per anni fino al 2009. Il reclutatore Isis era infatti detenuto nella base militare americana di Bagram, in Afghanistan. Fatto rientrare in Italia con un accordo tra Italia e Usa, era stato processato. Ma nel 2012 viene assolto dalle accuse, prima della condanna definitiva del 2014. Successivamente è stato, invece, rintracciato in Libia dove ha gestito alcuni campi di addestramento per coloro che aspiravano a diventare combattenti della guerra santa portata avanti dall'Isis.
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