26-01-2017
Shahak Shapira, Martin Parr e Mike Stefanini: tre strade diverse che portano alla critica del consumismo e della società contemporanea
Shahak Shapira, Martin Parr, Mike Stefanini. Tre artisti, tre storie diverse, tre modi di denunciare abitudini e assuefazioni dei nostri tempi, che proprio con il loro lavoro diventano, da automatiche e sacrosante che erano, ridicole e deprecabili. Il primo, artista israeliano di 28 anni trasferitosi a Berlino con la famiglia da adolescente, ha creato in vista del Giorno della Memoria delle vittime della Shoah, che si celebra il 27 gennaio, il progetto Yolocaust. Shapira ha prelevato dal web alcune fotografie, che potremmo definire semplicemente inopportune, che visitatori del Memoriale dell’Olocausto di Berlino hanno scattato dimostrando assoluta mancanza di rispetto, derivante evidentemente da inconsapevolezza e dunque da impreparazione, per il luogo, commemorativo di una tragedia, che stavano esplorando. Shapira ha dunque ricontestualizzato i selfie scherzosi, disturbanti perché inadeguati, avendo come sfondo le sale del memoriale, trasformandoli in bianco e nero e aggiungendo allo scenario le vittime della Shoah. Qui il link del sito del progetto, che risulta efficace proprio perché esasperato.
Martin Parr è un noto fotoreporter britannico da sempre impegnato nella critica del consumismo e della società moderna. Il prossimo 20 aprile, Parr riceverà una menzione speciale ai Sony World Photography Awards 2017, dove ritirerà il premio Outstanding Contribution to Photography per il suo contributo eccezionale alla fotografia. Per la sua capacità di osservare, e dunque catturare attraverso il linguaggio delle sue immagini, cliché e andazzi sociali che solo visti così, dal punto di vista originale delle sue fotografie, risultano davvero ridicoli, miserabili. I suoi scatti saranno in mostra alla Somerset House di Londra dal 21 aprile al 7 maggio 2017. Per restare in Italia, Parr denuncia con l’eco silenziosa di un’immagine turisti “ingabbiati” da piccioni a piazza San Marco, a Venezia, o nell’atto di “mantenere” la Torre pendente di Pisa. Qui il suo sito internet.
Mike Stefanini è un designer francese. Con l’intenzione di biasimare il consumismo della società contemporanea, si è divertito a mixare noti brand, a mischiare tra loro noti marchi e noti prodotti. Ecco allora il barattolo di Nutella con il logo di McDonald’s, la confezione dell’hamburger del fast food con il logo di Marlboro, o la lattina di Coca Cola con il marchio Nike. Un modo per prendere in giro le nostre dipendenze e farci riflettere sulla sovranità del marketing nella nostra società. Qui il profilo Instagram dell’artista.
TAG: arte, fotografia, società contemporanea, consumismo, shahak shapira, martin parr, mike stefanini
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