10-02-2017
Una carrellata dei titoli di Libero che difficilmente dimenticheremo
L’ultimo titolo del quotidiano Libero dedicato alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, è solo l’ultima goccia di un vaso che oscilla violentemente da troppo tempo ma che non accenna ancora a traboccare. La “patata bollente” usata per apostrofare la sindaca si è trasformata in una pioggia di “gatte da pelare” per il quotidiano di Vittorio Feltri, che non è nuovo a polemiche e beghe dal sapore di denuncia all’Ordine dei Giornalisti derivanti da titoli di punta di dubbio gusto. Nel mare magnum dei titoli adoperati, ce n’è qualcuno che proprio non riusciamo a dimenticare e che salta alla mente ogni volta che “ma hai visto il nuovo titolo di Libero?”.
Un assassino in meno. Era il 2 maggio 2011, l’”assassino in meno” era Osama Bin Laden. Così titolava l’editoriale di Maurizio Belpietro a poche ore dalla conclusione dell’operazione americana Neptune Spear che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan. La posizione del quotidiano è netta e rilanciata da un sottotitolo ancor più esplicativo: “Non si deve esultare per la morte di un uomo, ma a noi la notizia ci riempie di allegria”.
Bastardi islamici. All’indomani delle stragi di Parigi del novembre 2015, il titolo shock di Libero si è fatto spazio nell’orrore, arrivando dritto al primo posto nella classifica dei titoli più criticati della storia dei quotidiani e difficilmente riuscirà ad essere spodestato. L’epiteto generalizzante “bastardi” diverrà un uso costante da parte del quotidiano, che rilancerà a più riprese l’offesa rivolta al popolo musulmano. Al titolo dello scandalo ha fatto seguito una petizione su change.org volta alla radiazione di Maurizio Belpietro dall’albo dei giornalisti. E proprio quest’ultima reazione ha innescato l’ennesimo episodio: in occasione della strage di Dacca (in Bangladesh), il quotidiano ha fatto notare che “non tutte le vittime sono uguali”. Tra di esse, infatti, per Libero spicca Adele Pugliesi, la 50enne catanese “rea” di aver firmato la petizione su change.org e per questo “vittima dei bastardi che aveva difeso”.
Italia 1 – Germania 0. L’uccisione dell’attentatore tunisino al mercatino di Natale di Berlino nel dicembre del 2016 come una partita di calcio ai mondiali a firma Vittorio Feltri. In perfetta sintesi calcistica: “Egli (il poliziotto autore materiale dell’uccisione dell’attentatore fermato a Milano, ndr) e il suo commilitone (purtroppo ferito da un colpo del musulmano) hanno dimostrato di saper fare bene il proprio lavoro, molto meglio dei loro colleghi tedeschi e francesi che non hanno saputo bloccare l’infame terrorista”.
Patata bollente. Ci vorrà del tempo per far sbollire la “patata bollente” Raggi, fresca fresca di stampa. E mentre i pentastellati denunciano l’accaduto sessista, sostenuti da tutto il mondo della politica senza limiti di partito, Enrico Mentana fa notare che a volte il destino più essere più crudele e insieme sarcastico dell’immaginabile. Questa sera andrà in onda, su La7, un film in programmazione per lo scorso venerdì, saltato – ironia della sorta – per far posto ad una intervista alla sindaca Raggi su Bersaglio Mobile. Con Renato Pozzetto ed Edwige Fenech, il film di questa sera è Patata Bollente del 1979.
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