23-03-2017
Possibilità di nuovi attentati. Arresti a Birmingham
Un anno dopo l’attacco terroristico all’aeroporto di Bruxelles, l’Isis, ieri 22 marzo, ha colpito Londra. A bordo di una monovolume, un attentatore ha investito una trentina di persone sul Westminster Bridge (due sono morte; tra i feriti si annovera una donna italiana) e poi si è diretto verso il Parlamento britannico. Nel giardino di quest’ultimo, l’attentatore ha accoltellato un agente, poi morto, e a sua volta è stato ucciso dalla polizia. Oggi l’Isis ha rivendicato l’attacco. Lo fa sapere l’agenzia di stampa vicina al gruppo jihadista Amaq.
Il primo ministro britannico Theresa May ha reso noto che l’aggressore fosse già noto agli 007 inglesi, ma considerato un «elemento marginale». Non ha poi escluso la possibilità di nuovi attentati: il livello di allerta è alto. May ha indicato la «normalità» come arma per reagire al terrorismo. Difatti il Westminster Bridge è stato riaperto già oggi. Il primo ministro britannico ha poi garantito che in tutto il paese aumenterà la presenza di forze dell’ordine e saranno rafforzate le misure di sicurezza.
Intanto nella notte sono state arrestate otto persone nella multietnica Birmingham, la seconda città della Gran Bretagna per numero di abitanti. Un anno fa, e non senza polemiche, il giornalista americano Steve Emerson, esperto di terrorismo ed estremismo islamico, indicava proprio Birmingham come luogo a rischio radicalizzazione «dove i non musulmani non si azzardano ad avventurarsi». A tale affermazione seguirono le scuse pubbliche dell’emittente Fox News, dove l’exploit era andato in onda. A Birmingham sarebbe stata affittata l’auto utilizzata dall’attentatore per fare strage sul Westminster Bridge.
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