03-04-2017
Le primarie per eleggere il nuovo segretario di partito sono attese per il 30 aprile
Nell’ultimo periodo ci eravamo chiesti che fine avesse fatto e che cosa avesse in mente per il suo futuro politico. Dopo la sconfitta del referendum costituzionale e una lunga fase meditativa, dopo le consegne del passaggio a Paolo Gentiloni, trascorsa lontano da occhi indiscreti, Matteo Renzi è pronto a risorgere come una fenice. Questa volta, “il rottamatore”, che ha finito di scontare la sua pena tra i dannati di dantesca memoria, è pronto a riprendersi quanto gli è stato tolto. Ne è la riprova il risultato delle votazioni del Congresso del Partito Democratico per la corsa a nuovo segretario di partito. Stando alla proiezioni di YouTrend, Matteo Renzi si classifica primo con il 64,6 % dei voti, secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando con il 23,6% e trezo il governatore della Puglia Michele Emiliano con l’11,8%. La proiezione dei votanti è compresa tra i 235mila e 255mila.
Ma non è tutto. Renzi trionfa anche nella Capitale dove si è registrata un’affluenza del 70%. A Roma l’ex premier mette K.O. i suoi avversari guadagnando consensi per circa il 62,33% (4.868 voti), contro il 33,85% (2644 voti) di Orlando e il 3,8% (297 voti) di Emiliano. Renzi ha la meglio a Garbatella e a Tor Bella Monaca, dove sfiora il 90%. Emiliano, invece, si porta a casa il circolo dell’Alessandrino, roccaforte della coordinatrice romana della mozione Renzi, Michela Di Biase, e arriva a quota 12% a Ostia. Orlando, dal canto suo, ha la meglio in due municipi romani: il V e l’XI. Insomma, un vero trionfo per i renziani che sul fronte nazionale acquistano consensi in tutte le regioni con punte superiori, secondo i sondaggi, al 70% in Toscana, Umbria e qualche provincia della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Più difficile la partita al sud: in Puglia e in Basilicata l’ex premier avrebbe comunque raggiunto un risultato atteso tra il 50/55%. "Il rottamatore 2.0" posta su Twitter un messaggio di gioia: "Congresso! 68%! Numeri impressionanti, viva la Democrazia. E grazie a tutti. Adesso al lavoro, tutti insieme #Avanti".
Ma la sfida che attende la sinistra italiana non ammette errori. Non questa volta. Il rischio è quello di cadere nel populismo più distruttivo. Per ora, comunque, è ancora troppo presto per conoscere il futuro del Pd: le primarie per eleggere il nuovo segretario di partito sono attese per il 30 aprile. Il 7 maggio invece l’eventuale ballottaggio.
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