16-02-2018
Cosa prevede il programma dei Cinque stelle
Domenica 4 marzo si andrà al voto per il Senato e la Camera dei Deputati. Gli schieramenti in lizza sono il M5s guidato da Luigi Di Maio, il centrodestra rappresentato come figura principale da Silvio Berlusconi e infine il centrosinistra capitanato da Matteo Renzi. Nonostante manchino poche settimane al voto, è l'incertezza a regnare sovrana. I sondaggisti indicano il M5s in vantaggio sugli altri partiti. E se vincessero proprio i grillini?
Il M5s, dalla sua nascita nel 2009, arriva alle elezioni del 4 marzo 2018 come favorita. L'eventuale successo ai voti sarebbe un colpo importante per il movimento. Anche se favoriti, sono comunque tanti gli interrogativi sulle capacità politiche dei grillini. Che novità porterebbero Di Maio e colleghi nella politica italiana? Innanzitutto, va detto che il leader napoletano ha reso noto di voler ufficializzare la squadra di governo prima del voto, evitando così i ritardi già avvenuti a Roma con Raggi. Tra i nomi dei deputati scelti da Di Maio non compare Alessandro Di Battista, una delle personalità più rappresentative del M5s, il quale ha più volte affermato di non volersi ricandidare.
Nel caso salissero al potere, il punto fermo dei grillini sarebbe il reddito di cittadinanza. Di Maio e colleghi, in questa campagna elettorale hanno annunciato che il Movimento 5 Stelle verserà 1.630 euro alle famiglie in difficoltà, con almeno due figli a carico e genitori senza un lavoro. Reddito raddoppiato rispetto al 2013, quando il M5s aveva proposto 780 euro a famiglia. I grillini in più vorrebbero abolire quattrocento leggi burocratiche per imprese e cittadini, aumentare il livello minimo delle pensioni a 780 euro, creare nuovi posti di lavoro investendo sulla tecnologia, diminuire le tasse e, infine, da moderni Robin Hood, abolire le pensioni d'oro e i vitalizi dei politici. Proposte, queste, che hanno permesso al movimento di catturare la fiducia di molti elettori, diventando sulla carta il favorito per il 4 marzo.
Per arrivare alla maggioranza, il minimo sindacale da assicurarsi è il 40%. Il M5s, anche se il partito unico italiano con più seguito, ancora non possiede questi numeri, quindi, senza avvicinarsi agli altri schieramenti, riuscirà difficilmente a vincere queste elezioni. Nonostante una natura lontana dalle alleanze con altri partiti, Di Maio ha reso noto di esser disposto a scendere a patti, ma mantenendo i punti fermi del suo programma. L'unico schieramento che aiuterebbe i grillini a raggiungere la maggioranza, visto il seguito di elettori, sarebbe il centrodestra. Il problema è solo uno: come potrebbe il M5s stringere un’alleanza con Berlusconi? Il leader di Forza Italia lo scorso gennaio ha affermato: «Se vincono i Cinque Stelle mi compro una Dacia e me ne vado in Russia» come riportato dal Corriere.it, dichiarazione che lascia poco spazio ai dubbi sulla speranza di alleanza. Tra l'altro, il Cavaliere non ha neanche risparmiato Di Maio, etichettandolo come «ragazzotto che non prenderei nemmeno come fattorino nelle mie aziende». Che tutto questo accanimento contro la banda del “fattorino” Di Maio derivi dal fatto che i pilastri della politica italiana abbiano paura delle novità pentastellate? Staremo a vedere.
di Valerio Marcangeli
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