14-03-2016
Uno dei decreti attuativi del Jobs Act pone fine al fenomeno. Lavoratori più protetti, in particolare le donne
Non sarà più possibile firmare dimissioni in bianco. Il decreto 151 di attuazione del Jobs Act prevede infatti che la volontà di lasciare il lavoro debba essere comunicata all'Inps «esclusivamente con modalità telematiche», pena l'inefficacia della risoluzione del contratto. Finora, per comunicare le dimissioni era sufficiente una lettera firmata, attraverso la quale però non era verificabile la data. In molti casi, quindi, ai lavoratori si chiedeva di firmare le dimissioni in bianco come "forma di tutela" per il datore di lavoro, che al momento ritenuto opportuno poteva aggiungere la data che preferiva. La richiesta riguardava nella maggior parte dei casi le donne, penalizzate per il rischio che potessero rimanere incinte.
«Da oggi l'Italia è un paese un po' migliore», commenta il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. «È un elemento di civiltà in più che abbiamo introdotto nel nostro paese. Se la nuova procedura richiederà qualche minuto in più, sicuramente saranno minuti spesi bene». La nuova procedura vale non soltanto per il recesso unilaterale del dipendente, ma anche per i casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Una volta inviato il modulo on line, per il quale è necessario il pin dispositivo dell'Inps, il lavoratore ha 7 giorni di tempo per ripensarci e ritirare le dimissioni, ovviamente sempre in maniera telematica. Per alcune categorie, la nuova procedura non si applica. È il caso dei lavoratori del settore pubblico, di quello domestico e marittimo, e delle lavoratrici in gravidanza e nei primi 3 anni di vita del bambino. In questi casi sarà necessario recarsi presso le direzioni generali del lavoro competenti.
Incassato il placet dei sindacati su questo specifico punto del Jobs Act (che per il resto continua ad essere fortemente criticato), il governo si attira però le critiche delle imprese, che denunciano la possibilità di truffe ai loro danni. Il caso specifico è quello del lavoratore che invece di dimettersi si rende irreperibile, obbligando l'azienda al licenziamento disciplinare. Secondo i calcoli della Fondazione studi consulenti del lavoro, si tratta di circa il 5 per cento dei casi di dimissioni volontarie. Finora, se il lavoratore non si presentava in azienda, il datore di lavoro poteva semplicemente inviare una raccomandata. Passati 7 giorni senza risposta, il rapporto di lavoro si intendeva rescisso anche senza la presentazione di dimissioni formali. La nuova procedura on line cancella questa possibilità. Ora, nel caso in cui il lavoratore non spedisca il modulo on line, l'azienda avrà l'unica possibilità di licenziarlo pagando il ticket di 1.500 euro. Il lavoratore licenziato in tal modo, inoltre, avrà diritto alla Naspi - ovvero la nuova indennità di disoccupazione - con un costo medio a carico dello Stato di circa 21.000 euro.
Poletti non ha detto quello che pensate
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