I due kamikaze che, nella giornata di ieri, 22 marzo, si sono fatti esplodere negli attacchi terroristici di Bruxelles hanno, presumibilmente, un nome e un’identità precisa. I due fratelli El Brakraoui, Khalid e Ibrahim, ventisette e trent’anni: da quanto affermato dall’emittente belga Rtbf, ci sarebbe il loro nome tra i kamikaze che, nell’aeroporto di Zaventem, hanno seminato morti, feriti e terrore. Due nomi, quelli dei fratelli El Brakraoui, noti per il loro legame con episodi di criminalità, e non di terrorismo. Un terzo uomo sarebbe stato identificato nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza, ad affermarlo è l’emittente belga Rtbf, e il suo nome è legato ai fatti di Parigi del 13 novembre scorso: Najim Laachraoui, l’artificiere degli attentati che sconvolsero la capitale francese, l’uomo al quale Bruxelles sta dando la caccia.

I presunti kamikaze degli attacchi di Bruxelles, insieme a Laachraoui, sarebbero stati identificati anche grazie alla fondamentale testimonianza di un tassista che avrebbe accompagnato almeno una parte del commando dei terroristi presso l’aeroporto di Zaventem. L’indirizzo, presso il quale i presunti attentatori sono stati prelevati dal tassista, sarebbe stato rivelato proprio da quest’ultimo. Così un blitz è stato condotto, a Schaerbeek, presunto covo degli attentatori, dove sarebbero stati rinvenuti dei prodotti chimici e una bomba con chiodi. Da quanto si apprende, il tassista, nella sua testimonianza, avrebbe affermato che i presunti terroristi non gli avrebbero consentito di toccare le valigie che avrebbero poi raggiunto il luogo degli attacchi terroristici.

Intanto, Bruxelles piange le vittime degli attentati che, nella giornata di ieri, 22 marzo, hanno colpito l’aeroporto di Zaventem e tre stazioni della metropolitana. Il livello d’allerta è stato innalzato in tutta Europa, i controlli sugli obiettivi sensibili sono stati incrementati. Ora le immagini dei presunti terroristi stanno facendo il giro del mondo e la caccia al terzo uomo non ha tregua.