04-08-2016
Gli scienziati ancora si interrogano su come i batteri possano entrare in contatto con il sistema nervoso. L’ultimo studio svedese cerca di spiegarlo
Dopo il caso di Susanna, la ragazza romana morta di meningite al ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia, l’allarme è molto alto. Questa malattia di origine infettiva, infatti, fa ancora molta paura e, nonostante se ne parli sempre più, si è sempre impreparati ad affrontarla. Spesso è difficile riconoscerne i sintomi in tempo per poterla arginare, e quindi evitare complicazioni che danneggino il sistema nervoso o che portino alla morte. Ciò accade perché non si agisce preventivamente attraverso la vaccinazione. Il vaccino, infatti, è una soluzione alla meningite che colpisce soprattutto la fascia di età che va dai 15 ai 18 anni e dai 24 ai 25, per non parlare della fascia neonatale in cui è particolarmente diffusa.
I sintomi iniziali possono trarre in inganno in quanto la meningite si presenta come una comune influenza con alterazione della temperatura. Dopo le prime 10 ore i sintomi cominciano a diventare più significativi come mal di testa intenso, febbre alta e rigidità del collo. Una meningite all’ultimo stadio si manifesta con convulsioni, fotofobia (intolleranza alla luce), fonofobia (intolleranza ai rumori) e perdita di coscienza. Essendo una malattia infettiva causata da batteri come Streptococcus pneumoniae, Neisseria meningitidis o Haemophilus influenzae che attaccano le meningi, cioè le membrane protettive dell’encefalo e del midollo spinale, è consigliabile sottoporsi al vaccino specifico. È molto difficile debellare il virus quando ormai ha già attaccato il sistema nervoso; agendo con una cura antibiotica, infatti, si ha sempre il 50% di probabilità di riuscita.
La meningite è una malattia che pone ancora diversi interrogativi in campo scientifico. In effetti, il modo in cui i batteri entrino nel sistema nervoso attraversando la barriera emato-encefalica, cioè quello scudo che protegge il sistema nervoso dalle particelle nocive trasportate dal sangue o da batteri e virus presenti nell’aria, è ancora un mistero. Ha provato a spiegarlo un nuovo studio svedese condotto dal Karolinska Institute, che ha esaminato in particolare lo Streptococcus pneumoniade, il batterio che colpisce l’epitelio respiratorio. Mentre lo Streptococcus agisce nelle vie respiratorie, esso cresce formando delle catene di cocchi (batteri a forma sferoidali) di diversa lunghezza che servono per aderire meglio alla parete epiteliale. In questo modo riescono a entrare in circolazione nel flusso sanguigno e a superare la barriera emato-encefalica grazie ai recettori che uniscono il plasma alle cellule del tessuto endoteliale.
Acilia. Primo caso di meningite, catechista ricoverata a Rieti
Resta la paura tra i genitori degli alunni della donna
Meningite: vaccino o non vaccino?
Roberto Burioni spiega le motivazioni a sostegno del vaccino e smentisce la connessione tra gli immigrati e i casi di meningite italiani
Roma, maestra morta di meningite: non era contagiosa
Non si tratta di meningococco, ma di un batterio che non si trasmette con il contatto diretto
Roma, allarme meningite: morta maestra delle elementari
Si teme per la salute dei piccoli alunni
Uccisa dalla meningite mentre tornava dalla GMG di Cracovia
I membri del gruppo di cui faceva parte sono stati sottoposti a profilassi
Milano: muore di meningite fulminante a soli 24 anni
La giovane vita di una studentessa ferrarese stroncata improvvisamente martedì scorso
Meningite: ragazza di 19 anni ricoverata a Firenze
Profilassi per oltre cento persone, presenti in discoteca insieme alla giovane
Belgio, sparatoria a Liegi: morti due poliziotti. Il killer era uscito ieri dal carcere
Aperta un'inchiesta dall'antiterrorismo
L’intrattenimento guarda al futuro: come cambia secondo Sergio Brancato
Il modo di vivere delle persone è stato radicalmente cambiato dall’impatto del...
Per l'estate 2018 previste 90 proiezioni gratuite al centro del porto turistico di Ostia