18-11-2016
L’idea nasce ad Assisi per porre l’attenzione sul tema della procreazione e incentivare il turismo
Un’iniziativa che – forse – piacerà molto al Ministero della Salute e alla ministra Beatrice Lorenzin: stiamo parlando del Fertility Room, l’idea nata ad Assisisi nell’ambito del Tavolo Assist Turismo. Il logo è molto esplicativo: un letto a forma di cuore e una carrozzina da neonato. Il tutto per dire: venite a pernottare nella bella città umbra, alloggiate in una delle strutture alberghiere aderenti all’iniziativa e, qualora nel pernottamento riusciste a concepire un bebè, vi verrà rimborsato il costo di una notte trascorsa nella struttura. Qualora il tentativo non dovesse andare a buon fine, ahivoi, niente rimborso.
Per disincentivare eventuali furbetti, il Fertility Room prevede una regola ben precisa. A testimonianza del buon esito della procreazione, raggiunto durante il soggiorno ad Assisi, vi deve essere un certificato di nascita del neonato. La data della venuta al mondo di quest’ultimo non dovrà corrispondere esattamente a quella del pernottamento: come spiega il sito dell’iniziativa, infatti, è previsto «un arco temporale di almeno dieci giorni prima e dopo i 9 mesi dalla presenza della coppia ad Assisi per vedersi riconosciuta la gratuità prevista». Dunque, è ammessa un po’ di flessibilità.
L’iniziativa, che cavalca l’onda del successo – o insuccesso, dipende dai punti di vista – del Fertility Day, si pone due obiettivi. Da un lato vuole portare l’attenzione sulla tematica della procreazione, in un paese come l’Italia in cui «il basso tasso di natalità […] è uno dei problemi più significativi che le politiche sociali dovranno affrontare nei prossimi anni». Dall’altro, il Fertility Room si pone come un incoraggiamento per la scoperta della città di Assisi e, più in generale, per quella di «un territorio ricco di bellezze e di valori universalmente riconosciuti»: dunque, un incentivo al turismo. Per chi fosse interessato, precisiamo che l’iniziativa ha una data di scadenza fissata per il 31 marzo 2017, e non ha limiti d’età (forse, la ministra Lorenzin avrebbe qualcosa da dire riguardo quest’ultimo punto).
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