Accumulatori seriali digitali: non cancelli mai foto e file? Puoi avere gravi danni

Accaparratori digitali, chi sono? Ecco perché accumulare dati sul cellulare può diventare una mania molto pericolosa.

Lo smartphone è diventato il deposito di tante cose della nostra vita: dati, password, credenziali, conversazioni personali, foto ricordo, ecc. E confessiamolo: non sempre il nostro primo pensiero è quello di alleggerirlo da immagini e file.

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Accumulare file può diventare una mania (pontilenews.it)

Ma un conto è la pigrizia, un altro è la mania di accumulare dati sul cellulare. Non cancellare proprio mai i dati dallo smartphone potrebbe essere un segnale che stiamo per trasformarci in accaparratori digitali.

Se vi state chiedendo di cosa si stratta, ecco alcuni “sintomi” ai quali fare attenzione. Scaricate un’app senza mai cancellare quelle vecchie, nemmeno quelle che non usate mai, ma proprio mai? Accumulate una marea di foto sulla smartphone senza eliminarne mai una? O ancora: avete trasformato il vostro pc in un deposito di file vecchissimi perché, non si sa mai, un giorno potrebbero tornare utili?

Accumulatori seriali digitali: un fenomeno in crescita

Atteggiamenti come questi sono diventati sempre più diffusi, al punto che gli psichiatri cominciano a lanciare l’allarme. E sempre più iniziano a convincersi che l’accaparramento digitale potrebbe configurarsi come una vera e propria patologia psichiatrica, associata al disturbo da accumulo. Insomma, potrebbe nascere da quel bisogno nevrotico, compulsivo di acquistare e accumulare oggetti di ogni tipo, anche se del tutto inutili, pericolosi e perfino nocivi per la salute.

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Attenzione ai segnali dell’accaparramento digitale (pontilenews.it)

Uno studio statunitense stima che in media ogni americano abbia almeno 40 app sul proprio smartphone, quando ne usa meno della metà. E quasi il 60% delle persone, a quanto pare, non elimina mai file dai propri apparecchi elettronici. Sembra esserci anche una correlazione tra il numero di piattaforme social o di archiviazione (come Google Drive, iCloud, ecc.) utilizzate e il boom dell’accaparramento digitale. Insomma: più siamo “social”, più accumuliamo dati sui nostri dispositivi. I più a rischio di diventare accumulatori seriali di dati digitali sono gli appartenenti alla cosiddetta Gen X, ovvero i nati tra il 1965 e il 1980, e i Millennial (la generazione nata dopo il 1980).

Secondo i ricercatori, come la psichiatra brasiliana Bárbara Perdigão Stumpf, l’accaparramento digitale può essere pericoloso per la salute mentale. Può essere all’origine infatti di disturbi depressivi, ansia, e perfino del disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

Non esiste un unico tipo di accaparratore digitale. Le motivazioni che spingono ad accumulare dati possono essere le più varie. C’è chi accumula su impulso dell’ansia, magari per paura di eliminare qualche informazione che potrebbe tornare utile in futuro, come prova o promemoria. Altri invece conservano gelosamente i dati per usarli come arma di vendetta, con l’intenzione magari di consumarla in futuro. Come accade con la devastante pratica del revenge porn.

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