Cosa cambia per la leva militare in Italia - Pontilenews.it
Dopo la svolta tedesca sulla leva militare, il governo italiano valuta una riforma per rafforzare la riserva volontaria e rispondere alle richieste della NATO.
La recente approvazione in Germania di una legge che riapre il dibattito sulla leva militare, seppur in forma volontaria con la potenziale attivazione obbligatoria, ha acceso il confronto anche in Italia. Nel nostro Paese, infatti, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato l’intenzione di presentare in Parlamento una riforma dedicata alla riserva militare volontaria, in risposta anche alle sollecitazioni della NATO che chiede a Roma un rafforzamento delle capacità operative nazionali.
La nuova legge tedesca sulla leva militare: dettagli e implicazioni
Il Bundestag tedesco ha dato il via libera alla normativa con 323 voti favorevoli, stabilendo che dal 2026 i giovani nati nel 2008 riceveranno un questionario per esprimere la disponibilità al servizio militare o civile. Per gli uomini la risposta è obbligatoria, mentre per le donne resta facoltativa. A partire dal 1° luglio 2027, tutti i maschi della classe 2008 dovranno sottoporsi a una visita medica obbligatoria, che definirà, tramite una valutazione articolata in cinque livelli, l’idoneità e i compiti possibili all’interno delle forze armate.
Il servizio militare avrà una durata minima di sei mesi, con una retribuzione mensile netta di almeno 2.600 euro, cifra che potrà aumentare in caso di prolungamento fino a un anno. Berlino ha previsto l’apertura di 24 nuovi centri di selezione e mira a raggiungere gli obiettivi richiesti dalla NATO, che prevede una forza mobilitabile in caso di emergenza di 460.000 soldati, di cui 260.000 attivi.
Un aspetto particolarmente rilevante della legge è l’ipotesi di attivare la leva obbligatoria tramite sorteggio tra gli idonei in caso di tensioni internazionali o carenza di volontari. Questa misura, ritenuta estrema, dovrà ricevere il via libera dal Parlamento tedesco prima di essere applicata.

La NATO ha sollecitato l’Italia a potenziare la disponibilità di truppe schierabili, sebbene senza indicare numeri specifici come quelli tedeschi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in carica dal 22 ottobre 2022 sotto il governo Meloni, sta lavorando a una proposta innovativa che prevede la costituzione di una riserva militare volontaria composta da specialisti, tecnici e militari da attivare esclusivamente in situazioni di necessità.
Durante un’audizione in Commissione interparlamentare, Crosetto ha descritto questa iniziativa come la creazione di una Sezione “Cyber” dell’Esercito, chiamata a supportare una nuova Sezione “Combat”. Questa proposta si distingue da quella tedesca per natura volontaria e per la focalizzazione su settori specialistici, in particolare la sicurezza informatica, ma nasce dalla stessa esigenza strategica: rafforzare la difesa nazionale in un contesto europeo in rapida trasformazione.
La scelta della Germania di reintrodurre un sistema di leva con incentivi economici significativi rappresenta un segnale importante nel quadro delle politiche di difesa europee. La Repubblica Federale di Germania, Stato membro fondatore dell’Unione Europea e della NATO, con oltre 84 milioni di abitanti, è una delle maggiori potenze economiche e militari del continente.
L’approvazione della legge risponde a esigenze di sicurezza dovute ai mutamenti nella situazione internazionale e alla necessità di aumentare rapidamente la capacità di mobilitazione in caso di crisi. La Germania, con una struttura federale articolata e un esercito moderno, si prepara così a garantire una maggiore prontezza operativa, anche attraverso strumenti non tradizionali come il sorteggio per la leva obbligatoria.
In questo contesto, l’Italia, pur con una scelta diversa che privilegia la volontarietà e la specializzazione, deve valutare attentamente le proprie strategie per mantenere un ruolo credibile nella difesa europea e rispettare gli impegni internazionali assunti nell’ambito della NATO.
