Tecnologia a ultrasuoni per estrarre acqua dall’aria(www.pontilenews.it)
In un contesto globale segnato dalla scarsità d’acqua potabile, un innovativo dispositivo promette di rivoluzionare il modo di estrarre acqua.
Il progetto del MIT si distingue dagli approcci tradizionali di raccolta dell’acqua atmosferica, che si basano principalmente su processi di riscaldamento prolungato per liberare l’umidità assorbita dai materiali. Il nuovo dispositivo, invece, sfrutta un attuatore a ultrasuoni costituito da un anello ceramico che vibra a frequenze superiori ai 20.000 hertz, al di sopra della soglia uditiva umana. Queste vibrazioni ad alta frequenza interferiscono con i legami molecolari dell’acqua trattenuta nel materiale assorbente, favorendo il rilascio rapido di gocce d’acqua. Le gocce così liberate vengono convogliate in appositi recipienti tramite aperture calibrate.
Durante le sperimentazioni in laboratorio, il dispositivo ha dimostrato di asciugare completamente campioni di materiale della dimensione di una moneta in pochi minuti, un risultato 45 volte più efficiente rispetto ai metodi tradizionali basati sul calore, che richiedono tempi di rilascio dell’acqua molto più lunghi.
Gli ingegneri del MIT hanno descritto questo processo come un “moto che ricorda un ballo invisibile tra onde e molecole”, enfatizzando la precisione e la rapidità con cui le vibrazioni ultrasoniche possono liberare l’umidità.
Applicazioni e sostenibilità energetica
Il dispositivo necessita di una fonte elettrica per funzionare, ma il team di ricerca ha già previsto l’integrazione con piccoli pannelli solari, permettendo così un funzionamento autonomo e cicli ripetuti di assorbimento e rilascio dell’acqua durante la giornata. Questo aspetto rende la tecnologia particolarmente adatta per regioni remote o con scarso accesso a fonti idriche tradizionali.
Il concetto prevede la realizzazione di un apparecchio delle dimensioni di una finestra, capace di catturare l’umidità anche in condizioni climatiche secche, fornendo acqua potabile localmente senza la necessità di infrastrutture complesse. Tale innovazione potrebbe rappresentare una svolta fondamentale per abitazioni isolate, piccoli insediamenti o comunità in aree desertiche, contribuendo significativamente alla gestione sostenibile delle risorse idriche.

La ricerca che ha portato a questa scoperta è stata pubblicata su Nature Communications, una rivista scientifica multidisciplinare ad accesso aperto, nota per la sua autorevolezza nel settore delle scienze naturali. L’articolo, frutto del lavoro di un gruppo interdisciplinare di ingegneri e scienziati del MIT, ha ricevuto particolare attenzione per l’originalità e l’efficacia della tecnologia proposta.
Il MIT, noto per la sua storica eccellenza nella ricerca applicata e per l’innovazione tecnologica, continua così a consolidare il proprio ruolo di punto di riferimento globale non solo nell’ambito dell’ingegneria e delle scienze applicate, ma anche nella ricerca di soluzioni concrete a problemi ambientali di portata mondiale.
La sfida della crisi idrica nel mondo contemporaneo
La scarsità d’acqua rappresenta una delle emergenze ambientali più pressanti del nostro tempo, colpendo sia regioni aride che vaste popolazioni urbane. Secondo dati recenti, si stima che entro il 2030 oltre 2 miliardi di persone potrebbero trovarsi in condizioni di stress idrico severo.
Innovazioni come il dispositivo a ultrasuoni del MIT si inseriscono in un contesto più ampio di tecnologie innovative che mirano a trasformare il modo in cui si produce e si gestisce l’acqua. Tra queste, segnaliamo anche altri sviluppi promettenti come filtri per la trasformazione dell’acqua piovana in acqua potabile, dispositivi in terracotta per desalinizzare l’acqua di mare senza consumo energetico e purificatori ispirati alla natura, come quelli che imitano la superficie idrofobica del fiore di loto.
