Edilizia: le nuove norme - (pontilenews.it)
Il Governo punta a riorganizzare il settore edilizio con regole più chiare, procedure rapide per vecchi abusi e nuove norme
Il Governo italiano si appresta a presentare in Consiglio dei ministri una riforma strutturale del Testo unico dell’edilizia, con l’obiettivo di semplificare e razionalizzare l’intero comparto edilizio. Questa riforma rappresenta un passo decisivo nella gestione delle procedure di sanatoria per i vecchi abusi edilizi, nella revisione delle sanzioni e nella regolamentazione delle agevolazioni fiscali connesse all’edilizia.
Tra le novità legislative recenti, si segnala il recepimento della Legge 2 dicembre 2025, n. 182, che modifica l’applicazione del silenzio-assenso per gli interventi su immobili sottoposti a vincoli ambientali, paesaggistici, idrogeologici e culturali. Prima di questa modifica, la presenza di un vincolo bloccava automaticamente il silenzio-assenso, anche in presenza di pareri favorevoli da parte degli enti competenti.
Con la nuova norma, il vincolo non costituisce più un ostacolo automatico: il silenzio-assenso si forma se l’amministrazione competente non si esprime entro i termini previsti. In pratica, la mancata risposta da parte degli enti preposti diventa un’approvazione tacita, accelerando così i tempi per l’avvio degli interventi edilizi, pur mantenendo la tutela dei beni vincolati.
Novità della riforma edilizia: sanatoria semplificata e regole più chiare
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio nel governo Meloni, ha chiarito che il provvedimento non costituisce un condono generalizzato: «Non è una sanatoria. Vogliamo regole più chiare, semplici e non ambigue, per evitare continui contenziosi». Il ministero ha confermato ufficialmente che l’obiettivo è la creazione di un Codice dell’edilizia unitario e di facile applicazione, capace di ridurre le interpretazioni controverse che attualmente generano lunghi contenziosi amministrativi, come accade in diversi grandi comuni, tra cui Milano.

La bozza della delega legislativa, composta da cinque articoli, stabilisce i principi base che guideranno i decreti attuativi da emanare entro dodici mesi. Il testo mira a una completa revisione della normativa esistente, integrando e armonizzando le disposizioni in materia edilizia, tecnica delle costruzioni, tutela paesaggistica e idrogeologica, sicurezza, barriere architettoniche, beni culturali e profili fiscali.
Un punto focale della riforma riguarda la gestione degli abusi edilizi storici, ossia quelli realizzati prima del 6 agosto 1967. Per questa categoria, la delega prevede procedure semplificate per ottenere i titoli in sanatoria, con termini perentori per la presentazione delle domande, che dovranno essere presentate prima dell’effettiva applicazione delle sanzioni amministrative.
Sul piano sanzionatorio, la riforma vuole proporzionare le multe alla gravità dell’abuso e al valore delle opere realizzate, riservando una maggiore attenzione agli immobili sottoposti a vincoli paesaggistici e culturali. Nei casi in cui la sanatoria non sia ammessa, saranno predisposti percorsi snelli per il ripristino dello stato originario degli immobili, con una maggiore responsabilizzazione dei proprietari e degli aventi diritto.
Importante è anche la volontà del Governo di mettere ordine nel complesso sistema delle agevolazioni pubbliche: contributi, incentivi e benefici fiscali non potranno più essere concessi in presenza di difformità edilizie non sanabili, evitando così che risorse pubbliche vengano impiegate per opere irregolari.
