Turbolenze durante i voli, non si tratta più di un evento comune, ma di un fenomeno che sta preoccupando gli esperti del settore.
Chiunque abbia mai preso un aereo è a conoscenza delle tipiche turbolenze durante i voli, il problema è che non si tratta più di un evento comune. La questione sta raggiungendo degli echi di rilevanza, e la causa non è per nessuna ragione rassicurante. Il cambiamento climatico è un guaio per tutti gli esseri viventi, la distruzione non fa distinzione, e le caratteristiche di questa nuova “crisi” spaventano e metteranno in crisi i prossimi viaggi. Ecco cosa dicono gli esperti.
Volare è un’esperienza unica, riuscire a viaggiare tra le nuvole e giungere alla meta del prestabilita, è ciò che la maggior parte delle persone preferisce. C’è chi non direbbe mai di no al treno, forse perché ha paura di volare, ma in questo caso non gli si può dare torto. Ormai è evidente, la crisi climatica sta portando sempre più devastazione, e anche per i viaggiatori, sta per accadere qualcosa di terribile.
Potrebbero dover diminuire di gran lunga la quantità di spostamenti. Non lo diciamo a vanvera, ma è la scienza e le parole degli esperti a chiarire una tragica situazione. Lo studio riferito alla questione è stata pubblicato sulla rivista di eco internazionale, la Geophysical Research Letters, e non sembra lasciare alcun dubbio.
Turbolenze durante i voli, non sono più da prendere alla leggera
Appunto, si tratta di uno studio di rilievo, il quale ha portato sia al confronto tra i vari esponenti della comunità scientifica, che mette in chiaro un’importante necessità: quella di divulgare quanto sta accadendo. La sigla del fenomeno ricorda un animale, dolcissimo a tratti, ma letale in altri. Per cui la sensazione di essere traportati tra le nuvole e sentire il colpo che attutisce il vento, potrebbe essere un evento di portata… spaventosa! Specialmente per chi ha questa fobia.
Lo studio sopracitato ha analizzato le turbolenze degli ultimi 40 anni, quelle che attraversano la tratta Nord Atlantica, ed assumono il nome di clear-air turbulence, siglato CAT. Come se non bastasse questa tipologia di turbolenze di “aria chiara” si realizzano quando c’è un altro fenomeno chiamato wind shear, ossia variazioni di vento repentine a “getto”.
Quindi, si tratta di importanti correnti d’aria di una potenza disarmante e preoccupante, specialmente se lo dicono gli esperti del settore. La cosa che più spaventa e di cui ti stai certamente chiedendo, che vuol dire: “turbolenze di aria chiara?” E’ questo ciò che spaventa di più.
Avvengono laddove il cielo è chiaro, senza nubi! Sembra assurdo, ma adesso si ha paura di viaggiare pure con il bel tempo, perché si pensa che da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa di pericoloso. Dal 1979 il wind shear è aumentato del 15%, ed entro il 2100 ci sarà una ulteriore crescita che oscilla tra il 17-29%.
La causa? Il cambiamento climatico che causa le conseguenti crisi, nello specifico il fenomeno sono i feedback loop atmosferici. Si tratta di circoli viziosi che fanno sì che correnti d’aria calda diverse si scontrino e si generino a vicenda, determinando le differenze di temperatura e causando violenti wind shear in alta quota.
Fino al 2020 le CAT, le turbolenze più temute, sono aumentate del 55% nella rotta Nord Atlantica, quelle di media potenza del 37%, e quelle meno forti del 17%. Come gestire la situazione? Vi rispondono dei ricercatori del The Conversation:
<<I progressi tecnologici potranno forse un giorno permettere ai piloti di visualizzare a distanza le CAT in tempo reale direttamente sulla plancia. Ma tecnologie di questo tipo sono ancora carissime e perciò non impiegabili>>. In una parola? “Mantenere la calma”.
