Cartelle esattoriali: finalmente il Governo cambia tutto | Mai vista una rivoluzione così profonda

Con la riforma fiscale si attendono importanti novità in tema di invio e pagamento delle cartelle esattoriali. Cosa succede ai debitori?

La nuova riforma fiscale stabilisce un diverso metodo di emissione delle cartelle esattoriali. L’Agenzia delle Entrate, infatti, predisponeva accertamenti da subito esecutivi, senza il bisogno che al contribuente venisse notificata la cartella di pagamento. L’unica eccezione era prevista per gli avvisi informali relativi ai pagamenti in tema di IRPEF, IRES, IVA e IRAP.

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La riforma fiscale punta all’eliminazione delle cartelle esattoriali – Pontilenews.it

D’ora in poi, invece, questo procedimento sarà applicato anche alle imposte indirette sui trasferimenti (ad esempio, l’imposta di registro e le imposte su successioni e donazioni). In questo modo ci sarà l’eliminazione delle cartelle esattoriali e ci sarà la sola notifica dell’accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Un altro cambiamento riguarda la validità delle cartelle di pagamento. Attualmente, valgono un anno e, solo alla scadenza, viene notificata l’intimazione di pagamento. Dopo l’entrata in vigore della riforma, invece, ci sarà direttamente la riscossione, senza alcuna intimazione di pagamento.

Riforma fiscale: innovazione in tema di rateizzazione della cartelle di pagamento e nuovo sistema dei controlli

Un’importante agevolazione per i debitori è costituita dalla possibilità di prevedere programmi di rateizzazione fino a 120 quote, anche per coloro che non si trovano in situazioni di disagio economico. Allo stesso modo, si potrà richiedere anche una maxi rateazione fino a 10 anni, in presenza di determinati requisiti reddituali.

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La riforma fiscale prevede una serie di novità – Pontilenews.it

La riforma fiscale, poi, prevede un nuovo meccanismo di verifiche e pignoramenti sui conti correnti dei contribuenti. In questo modo sarà più semplice scovare i debitori e cominciare l’iter di riscossione coattiva, per evitare possibili insolvenze.

La riforma fiscale punta anche ad introdurre il contraddittorio obbligatorio preventivo. Si tratta di un procedimento per mezzo del quale il contribuente, prima che gli venga notificato un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, ha la possibilità di difendersi dinanzi allo stesso Ente.

In che modo? L’interessato viene convocato dall’Ente di Riscossione per illustrare le sue tesi difensive e provare la regolarità delle posizioni fiscali controllate dall’Agenzia delle Entrate.

È, dunque, essenziale che la regola del contraddittorio obbligatorio preventivo trovi applicazione prima della notifica dell’avviso di accertamento da parte dell’Ente e si riferisca a tutti gli accertamenti fiscali, a prescindere dal tipo di imposta considerata.

Di conseguenza, in ottemperanza al principio del contraddittorio obbligatorio preventivo, l’Agenzia delle Entrate ha il dovere di non rilasciare avvisi di accertamento fiscale prima di aver sentito il contribuente interessato e di aver preteso tutti i chiarimenti sul caso concreto.

Questa novità costituisce, senza dubbio, un’importante garanzia per tutti i soggetti coinvolti e limita i possibili errori da parte del Fisco.

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