Il Rolex che nemmeno la famiglia reale può avere | La lista d’attesa che non perdona nessuno

La casa orologiaia svizzera è intransigente. Ma si chiama meritocrazia. Anzi, si chiama democrazia

Rolex è più realista del re. D’altro canto, stiamo parlando di una delle case orologiaie più importanti del mondo. E, allora, quando ci sono di mezzo determinate cose, la legge è uguale per tutti. Anche a determinate latitudini…

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Il Rolex che nessuno può avere | Pontilenews.it

La Rolex ha davvero bisogno di poche presentazioni. Si tratta di una società svizzera (con sede a Ginevra) importante nella produzione di pregiati orologi da polso, nonché una delle più grandi aziende operanti nel settore dell’orologeria. Anche chi non è appassionato del settore non può non conoscerla. 

Anche perché stiamo parlando di un brand storico, che lega il proprio nome anche al mondo della moda e del jet-set. I Rolex sono stati e sono al polso di alcune delle celebrità più grandi della storia della politica, del cinema, della musica. Come non menzionare quello che forse è uno dei Rolex più iconici, il Daytona, reso famoso da un sex symbol come Paul Newman.

Rolex è controllata dalla Fondazione Hans Wilsdorf, ente di beneficenza e non-profit (con relativi benefici fiscali) riconosciuto dalla legge svizzera. Conta ventotto società controllate nel mondo e un’organizzazione di 4.000 orologiai in cento Paesi, con incassi stimati per il 2010 intorno ai due miliardi di euro e una produzione annuale di orologi di circa 1.000.000 di pezzi.

La Rolex è il maggior produttore di cronometri certificati costruiti in Svizzera. Basti pensare che nel 2005 più della metà della produzione di orologi certificati COSC (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres) appartiene al gruppo. Il 3 maggio 2011 è stato annunciato il nuovo CEO del gruppo Rolex, il quinto da quando è stata fondata nel 1906, l’italiano Gian Riccardo Marini (precedentemente CEO di Rolex Italia), che prende il posto di Bruno Meier. Dal 17 giugno 2015, per raggiunti limiti di età, a Marini succede Jean-Frédéric Dufour.

Nemmeno i reali saltano la fila

La notizia di cui vi parliamo oggi sta letteralmente facendo il giro del mondo. E’ davvero curiosa, soprattutto conoscendo quanto siano stringenti le regole e quanto talvolta oppressive le regole imposte dai governanti in determinati luoghi. Prova ne siano le polemiche suscitate dai recenti Mondiali di calcio disputatisi in Qatar.

Ma con Rolex, tutti devono rispettare le regole. Ma, soprattutto, tutti devono rispettare la fila. Anche i reali. La lista d’attesa della Rolex, infatti, è di 200 volte più lunga rispetto a quella di un altro colosso come Patek Philippe e persino la famiglia reale non può saltare la coda.

Ecco cosa succede negli Emirati Arabi Uniti (Ansa) 5.1.2023 pontilenews
Ecco cosa succede negli Emirati Arabi Uniti (Ansa)

No, non stiamo parlando della famiglia di Buckingham Palace. Le liste d’attesa per gli orologi Rolex sono limitate a 4.000 persone per alcuni modelli, secondo uno dei più grandi rivenditori autorizzati al mondo, Ahmed Seddiqi & Sons negli Emirati Arabi Uniti, ma allo stesso tempo hanno solo 20-30 persone in lista per gli orologi molto più rari di Patek Philippe. E nemmeno chi regna negli Emirati Arabi (solitamente non troppo democratici…) può superare chi lo precede in lista. Si chiama meritocrazia. Si chiama democrazia.

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