Se siete convinti che mantenere un’innocente fanciullezza anche in età adulta sia un difetto, non conoscete la Sindrome di Peter Pan
Arriva per tutti, prima o poi, quel momento di vita in cui si deve inesorabilmente passare dall’infanzia all’età adulta. Nel migliore dei casi questo avviene con naturalezza e spontaneità: crescendo, aumentano le responsabilità e le decisioni da prendere e diminuisce la dipendenza nei confronti dei genitori. In altri casi, però, questo non è così e il passaggio all’età adulta avviene mediante uno strappo, come un lutto o una difficoltà improvvisa.

In realtà, però, non per tutti essere adulti significa essere seri e posati, sempre concentrati e mai dediti al gioco, allo scherzo e alla leggerezza. Ci sono alcune persone, infatti, che seppure siano adulte sono spesso definite “eterni bambini” proprio per il loro modo di leggere il mondo e vivere la realtà, che vedono attraverso gli occhi del fanciullo. Si chiama Sindrome di Peter Pan: ecco in cosa consiste.
Sindrome di Peter Pan: cause e sintomi
Persone adulte tra i 30 e i 40 anni che hanno atteggiamenti e comportamenti immaturi, non si assumono le proprie responsabilità e sono “allergiche” agli impegni rientrano a pieno diritto nelle persone che hanno la Sindrome di Peter Pan. Solitamente, questo modo di comportarsi deriva da un modello genitoriale che a sua volta è stato scadente e poco attento ai bisogni reali del bambino: a differenza di quanto sembri, infatti, molto spesso queste persone sono infelici e non si sentono realizzate nella propria quotidianità.

Per quanto la sindrome di Peter Pan non appaia sul Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, di fatto chi ne soffre ha in comune con tutti gli altri adulti di questo tipo alcune condizioni. Solitamente, i suoi genitori sono stati troppo permissivi o iperprotettivi: questo stile di genitorialità non favorisce lo sviluppo di un’emotività propria e stabile.
Questo significa che l’adulto con la sindrome di Peter Pan non sa tollerare le frustrazioni e i cambiamenti e li vive in maniera resistente e addirittura dolorosa. Sebbene colpisca di più gli uomini, tale sindrome può coinvolgere anche le donne e solitamente implica a queste persone la dipendenza da figure terze, come genitori o fratelli e sorelle. Da non escludere comportamenti passivo-aggressivi, spesso usati nella comunicazione per suscitare pietà e guadagnare supporto altrui.