Instagram al centro di indagini: se confermate, accuse pesantissime

Non è la prima volta, figuriamoci se sarà l’ultima. Mark Zuckerberg al centro di nuove indagini, doppie: accuse pesantissime per Instagram.

Ci è passato con Facebook nel 2021 quando l’ex dipendente Frances Haugen ha aver presentato diverse denunce all’equivalente della nostra Consob statunitense, secondo cui Mark Zuckerberg e la sua Meta avrebbe allentato volutamente la censura dei messaggi per favorire la proliferazione degli haters, in nome di sua maestà – diretta o indiretta – post-virali. Ora Mark Zuckerberg torna nell’occhio del ciclone.

Instagram, nuove accuse pesantissime
Mark Zuckerberg di nuovo nell’occhio del ciclone, stavolta la colpa sarebbe di Instagram -Pontilenews.it

Stavolta le indagini sarebbero nei confronti della applicazione numero due del colosso Meta: non WhatsApp, saldamente al comando delle app di messaggistica istantanea, bensì Intagram, il vero competitor che prova a intaccare la leadership di TikTok: sì sì, proprio Instagram. Tutto nasce da un’indagine congiunta tra accademici e The Wall Street Journal finita ovviamente su edizione cartacea e online, scatenando un inevitabile polverone. Perché? Perché gli algoritmi di Instagram promuoverebbero reti di account che condividono materiale pedopornografico. Apriti cielo.

Gli account trovati dai ricercatori dell’inchiesta sarebbero pubblicizzati utilizzando hashtag sfacciati, espliciti e vergognosi come #pedowhore, #preteensex e #pedobait, Offrirebbero “menu” di contenuti che gli utenti possono acquistare o commissionare, inclusi video e immagini di autolesionismo e altre barbarità che non avrebbe senso scrivere.

Dalle parole ai fatti

Sarebbe bastato creare un account ad hoc, di prova, per visualizzare i contenuti condivisi da queste reti, immediatamente consigliati altri account da seguire. “Seguire solo una manciata di alcune raccomandazioni – si legge in uno stralcio dell’indagine sul The Wall Street Journal – è stato sufficiente per inondare l’account di prova con contenuti che sessualizzano i bambini“. Accuse raccapriccianti, che hanno prodotto l’immediata risposta di Meta.

Instagram al centro di indagini, anche di Meta
Instagram, ogni occasione è buona per fare una diretta social – Pontilenews.it

Il colosso in mano a Mark Zuckerberg ha iniziato con una dura condanna pubblica: “Lo sfruttamento dei minori è un crimine orribile – afferma la società statunitense – studiamo continuamente modi per difenderci attivamente da questo comportamento”. In effetti i numeri sciorinati da Meta mostrano come solo lo scorso gennaio sono stati rimossi 490.000 account che violavano le politiche aziendali sulla sicurezza dei minori, arrivando alla cancellazione di 27 reti di pedofili. Ma l‘indagine fatta scattare immediatamente (e pubblicamente) da Meta fa capire il super, nuovo, problema a cui porre immediatamente rimedio.

Meta ha subito costruito una task force per indagare su quanto rivelato dal report congiunti di Università e The Wall Street Journal, in modo tale da avere una situazione più chiara su quelle comunità di persone, definite dal noto quotidiano “su larga scala”, che condividono quotidianamente contenuti pedopornografico, causati da uno degli algoritmi di Meta.

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