Fare beneficienza, non solo un bisogno caritatevole: la psicologia ci spiega cosa nascondono questi gesti nobili

Se ti ha sempre incuriosito il motivo che spinge molte persone a fare beneficienza, ecco il parere della psicologia a riguardo

Aiutare chi è meno fortunato di noi è un qualcosa che ci viene insegnato fin da quando siamo piccoli. Sono molti gli asili e le scuole che adottano un bambino a distanza o che sostengono qualche buona causa, coinvolgendo attivamente gli alunni affinché si stimoli il loro spirito caritatevole ed altruista. In realtà, secondo la psicologia, sono anche altri i motivi che spingono le persone a fare beneficienza: eccoli tutti.

Beneficienza: ecco perchè la si fa
Beneficienza: ecco perchè la si fa, parola di psicologa (pontilenews.it)

Ovviamente, in primo luogo, quando si chiede a chi fa beneficienza quale sia il motivo che lo spinge a questa azione, la risposta sarà relativa alla volontà di aiutare chi è più sfortunato e chi vive in situazioni di difficoltà. La psicologia, però, annovera anche altre cause, non per forza negative ma diverse dalla volontà di essere utili: eccole tutte.

Perché si fa beneficienza? Il parere della psicologia

Secondo una ricerca pubblicata su Neuroscience and Neuroeconomics, l’altruismo stimola il sistema limbico, portando il cervello a rilasciare sostanze che ci fanno stare bene. Aiutare chi ha bisogno, quindi, aumenta i livelli di endorfine e dopamina, ormoni associati al benessere: di fatto, quindi, si può dire che l’essere umano è fisiologicamente portato alla solidarietà con i suoi simili, poiché giova alla sua salute. Inoltre, aiutare chi ne ha bisogno fa sentire bene e aumenta l’autostima: di fatto, chi lo fa si sente meglio con sé stesso e questa, seppur meno altruista, è un’altra importante motivazione.

Beneficienza: ecco perchè la si fa
Beneficienza: ecco perchè la si fa, parola di psicologa (pontilenews.it)

Impossibile poi non citare le grandi cause, che spingono le persone che in qualche modo ne sono state coinvolte a parteciparvi. Un esempio sono le raccolte fondi per la ricerca della cura di determinate patologie: chi ne ha sofferto o chi in qualche modo è legato a quella malattia, sarà più predisposto a collaborare in quella direzione. In questo caso, il sentimento principe è l’empatia.

Se la beneficienza è rivolta ad una comunità, poi, sostenerla fa sentire bene poiché evoca sentimenti d’appartenenza e d’orgoglio: sentirsi uniti al gruppo in cui ci si trova è gratificante e, poiché l’uomo è un animale sociale, se con un atto di altruismo ha l’opportunità di sentirsi più a proprio agio allora sarà propenso a farlo. Infine, la motivazione più strettamente economica, quella delle agevolazioni fiscali: in molti paesi, donare ad enti benefici ed organizzazioni senza scopo di lucro è un atto deducibile dalle tasse.

 

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