Prevenzione annegamenti: non entrare in acqua finché non hai letto cosa dice l’esperto

Con l’arrivo delle vacanze estive, è importante sapere come prevenire i così frequenti annegamenti. Ecco cosa serve sapere.

Sono ancora purtroppo troppo frequenti gli annegamenti in mare e in piscina, durante le vacanze estive. In Italia, proprio in questo periodo, è quasi settimanale la cadenza con cui sentiamo di una persona che durante un bagno è annegata, spesso di fronte agli occhi degli altri bagnanti e nonostante i tentativi di salvataggio da parte di amici, parenti o passanti. In questo caso, la parola chiave è prevenzione.

Come evitare gli annegamenti
Come evitare gli annegamenti: tutto quello che devi sapere – Pontilenews.it

Per ridurre la frequenza degli annegamenti è necessario che ognuno si informi in merito a ciò che davvero accade quando qualcuno sta annegando ma, soprattutto, quali sono i comportamenti corretti ed utili ad evitare che succeda, sia negli adulti che nei bambini. Ecco quindi il parere dell’esperto.

Come evitare gli annegamenti: le regole utili

Secondo Giuseppe Andreana, coordinatore della Sezione Salvamento del Comitato regionale Lazio della Federazione Italiana Nuoto, soprattutto nel caso dei bambini la prima cosa da fare quando sono in acqua o nei pressi di una piscina, di un lago o del mare è quello di non perderli mai di vista, neanche per mezzo secondo. L’annegamento è infatti definito “killer silenzioso”, poiché i bambini possono annegare anche in pochissimi centimetri d’acqua e lo fanno in completo silenzio, per cui anche con le piscinette gonfiabili può accadere la tragedia.

Come evitare gli annegamenti
Come evitare gli annegamenti: tutto quello che devi sapere – Pontilenews.it

Il problema principale è che gli adulti molto spesso minimizzano il rischio non percepiscono sufficientemente questo pericolo. Inoltre, anche quando il bambino indossa dispositivi di supporto come i braccioli o il salvagente, l’attenzione non deve mancare e quindi questi dispositivi non sostituiscono l’attività di piena sorveglianza, che deve essere intrapresa prima dal genitore o dal tutore e secondariamente anche dal bagnino o dal vigilante.

Per dare qualche dato, è importante sapere che a un bambino bastano 20 centimetri d’acqua e soli 10 secondi per annegare: il rischio è così alto e la tragedia avviene in così poco tempo che basta guardare per pochi secondi lo smartphone per far sì che accada. Questo, ovviamente, non deve scoraggiare i genitori dall’andare in vacanza o dal frequentare con il proprio bambino i luoghi acquatici, ma vuole solo far riflettere sull’importanza della sorveglianza attiva, che fa stare al sicuro e più sereni sia il bambino che i suoi genitori.

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