Sei sempre in ritardo? Ci sono almeno 3 motivi per cui ti capita e non riesci a cambiare

Essere ritardatari cronici può creare non pochi problemi nella vita: ecco perché non riusciamo a “guarire”

Ci sono persone che hanno un rapporto molto complesso e conflittuale con gli orologi. Sempre di corsa, ma, soprattutto, sempre in ritardo. Ecco i motivi per i quali non si riesce a contrastare questo stato che, ovviamente, si ripercuote anche sul prossimo oltre che su noi stessi.

Sempre in ritardo
Sei sempre in ritardo? La scienza spiega perché – (pontilenews.it)

L’essere sempre in ritardo è una peculiarità (spesso non troppo apprezzata) di moltissime persone. Non dobbiamo commettere l’errore di pensare, però, che sia solo un caso: ci sono delle cause ben precise.

Ovviamente, questa tendenza, può essere molto fastidiosa per il gruppo di amici che sarà costretto ad aspettare costantemente il ritardatario o i ritardatari. Ma può diventare ancora più importante qualora questa tendenza si sposti in ambito lavorativo, penalizzando l’attività dell’azienda o, comunque, del gruppo di lavoro in cui ci si muove.

I motivi per cui si è ritardatari cronici

Insomma, il ritardo cronico, che va ben oltre il “quarto d’ora accademico” può portare non pochi problemi. Come detto, comunque, non si tratta di caratteristiche caratteriali, ma di qualcosa su cui si è pronunciata anche la scienza.

Persone ritardatarie, motivi
La scienza spiega perché siamo dei ritardatari cronici foto: Ansa – (pontilenews.it)

Secondo recenti studi condotti dalla Wilfrid Laurier University di Waterloo, Ontario (Canada), si è arrivati a sostenere che i ritardatari cronici abbiano una forte e radicata tendenza a sottostimare il tempo necessario per portare a compimento qualcosa, che sia uno spostamento, ma anche un progetto di lavoro da consegnare entro tale giorno e tale ora. Lo studio canadese sostiene che in media sottostimiamo il tempo necessario per completare un’azione del 40%. E questo a prescindere da quanto questo compito sia o meno complesso e complicato.

Un’altra spiegazione, fornita questa volta dall’Università di San Diego, ci dice che siamo accumulatori seriali di cose da fare, convinti di aver doti da multitasker che, in realtà, non abbiamo. Cerchiamo di compiere più attività contemporaneamente, anziché concentrarci su una specifica. E così accumuliamo ritardi.

Secondo gli studiosi, vi sarebbero due personalità, quella di tipo A, più frenetica e concentrata sul raggiungimento dell’obiettivo, e quella di tipo B, con una percezione del tempo alterata. Alla richiesta di identificare quanto duri un minuto (senza, ovviamente, la possibilità di consultare un orologio) le persone di tipo B hanno detto “stop” dopo 77 secondi, mentre quelle di tipo A dopo 58.

Per contrastare questa tendenza, gli esperti consigliano innanzitutto di ridurre le cose da fare per capire quale sia il limite che si è in grado di reggere. Non solo, dividere le incombenze in piccoli step, in modo da avere maggiore contezza del tempo che trascorre. Infine, evitare le distrazioni come l’utilizzo eccessivo dei social, che ci rallenta moltissimo sulle cose da fare.

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