Gatto nero, davvero credete porti sfortuna? Ecco chi vi ha confuso le idee

Gatto nero tra superstizione e dicerie: ecco da dove nasce la credenza che porti sfortuna e perché è diffusa tale idea.

Quando si parla di convinzioni scaramantiche e superstizioni, si fa riferimento ad idee talvolta anche ben radicate che affondano le proprie radici nella storia, ed un caso chiaro in tal senso riguarda il gatto nero.

Perché c'è chi pensa che il gatto nero porti sfortuna: storia e scaramanzia
Gatto nero tra scaramanzia e superstizione -Pontilenews.it

La scaramanzia è un elemento molto diffuso in diversi Paesi, e svariate sono le superstizioni e le idee che sin da piccoli si ascoltano a proposito, ad esempio, di chi o cosa porti fortuna o sfortuna. Una vittima di tali convinzioni è il gatto nero, e a tal riguardo non mancano le iniziative votate a difenderlo oppure a sensibilizzarne l’adozione.

L’idea diffusa che il gatto nero porti sfortuna nacque nel Medioevo e ancora resiste, sebbene invece, in altre località, come ad esempio l’Inghilterra, la Scozia oppure il Giappone, avere o avvicinarsi a mici dal pelo scuro si ritenga esser fonte di prosperità e fortuna. Ma perché si crede che il gatto nero porti sfortuna, da cosa deriva tale convinzione scaramantica?

Il gatto nero, la scaramanzia e la sfortuna: idee diffuse in alcuni Paesi

Nel Medioevo, per l’appunto, poiché si notò che i cavalli avevano paura degli occhi gialli dei mici neri incrociati sulla strada, prese piede una leggenda. Quest’ultima si legava alla stregoneria e al diavolo; di riflesso, i piccoli felini scuri erano mal tollerati e di frequente allontanati.

Gatto nero, perché si crede porti sfortuna: storia e superstizione
Superstizione: la storia del gatto nero e perché si pensi porti sfortuna -Pontilenews.it

Al contempo però, grazie al fatto che risultavano molto abili nel cacciar via i topi, i quali minacciavano la salute delle persone, alla lunga ebbe la meglio l’utilità rispetto alla superstizione. Tuttavia, la credenza era così tanto radicata da esser riuscita, in parte, a resistere arrivando anche ai tempi odierni.

Più che esser associato alla scaramanzia e alla sfortuna, e ai relativi pregiudizi, il gatto dunque ne è vittima. E in tal senso prezioso è il contributo della scienza che ribalta la credenza diffusa.

Come si legge infatti su La Nazione, i gatti, tra cui anche quelli a pelo nero, non porterebbero sfortuna ma la caccerebbero via, dal momento che riescono a portare buon umore tra chi li ospita, abbattendone l’ansia.

Ancor di più qualora si dedicassero al gatto tra i quindici ed i quaranta minuti quotidiani di attenzioni. E quindi coccole, carezze ed attività stimolanti per il piccolo felino. In tal senso una indagine pubblicata sulla rivista scientifica Plos One ne ha osservato l’efficacia nel procurare buon umore.

Un aspetto rilevante se si considera che il gatto nero è circondato da un alone di superstizione ancora oggi. In Svezia si tende a ritenere porti sfortuna soltanto qualora attraversasse la strada mentre si è intenti ad andare a pesca. Ecco che la presunta sfortuna verrebbe scongiurata sputando per 3 volte dietro la spalla sinistra.

Ma non è il solo caso. In Germania ad esempio viene associato alla sfortuna qualora attraversasse la strada da sinistra verso destra, mentre viceversa nella direzione opposta, porterebbe fortuna.

Impostazioni privacy