Dal 2024 le pensioni minime a 670 euro: delusi i pensionati, si prevedeva molto di più

Il prossimo anno le pensioni minime aumenteranno ma molto meno del previsto. Pensionati delusi dalle decisioni del Governo.

Ci si sarebbe aspettati di più ma le risorse economiche da destinare alle pensioni sono troppo poche. Vediamo insieme cosa cambierà nel 2024.

Pensioni minime 670 euro
Le pensioni minime aumenteranno meno del previsto – Pontilenews.it

Sulla base delle promesse fatte dallo storico leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, milioni di pensionati che percepiscono una pensione minima si sarebbero aspettati di veder lievitare il loro assegno previdenziale fino a 1000 euro. Sono anni, del resto, che si parla di portare gli assegni minimi a tale soglia. Ma tale traguardo non verrà tagliato neanche nel 2024.

Nel 2023 il Governo ha aumentato le pensioni minime grazie alla rivalutazione dell’1,5% per chi ha meno di 75 anni e del 6,4% dai 75 anni in avanti. In questo modo, chi fino allo scorso giugno, prendeva 563,74 euro al mese – il trattamento minimo Inps 2023 – a partire da luglio ha iniziato a prenderne 572 se ha meno di 75 anni o 600 se ha 75 anni o più. Per il 2024 ci si sarebbe aspettati un aumento più sostanzioso ma la coperta è corta e, a quanto pare, le priorità ora sono altre.

Pensioni minime: cosa accadrà nel 2024

Le pensioni minime nel 2024 aumenteranno molto meno del previsto lasciando l’amaro in bocca a milioni di pensionati, delusi dalle scelte del Governo di Giorgia Meloni.

Pensioni minime nel 2024
Brutte notizie per i pensionati – Pontilenews.it

Forza Italia ha ribadito che l’obiettivo di portare gli assegni minimi a 1000 euro non è stato abbandonato e verrà realizzato entro il 2028, cioè entro la fine di questa prima legislatura del Governo Meloni. Gli Azzurri avevano ridimensionato le pretese puntando ad almeno 700 euro al mese nel 2024 ma, alla fine, dovranno accontentarsi di 670.

Infatti l’Esecutivo, per il prossimo anno, può destinare al massimo 2 miliardi di euro alle pensioni e le priorità sono altre. Prima di tutto bisogna scongiurare un ritorno alla legge Fornero per tutti. E, a tal fine, il Governo dovrà destinare parecchie risorse per la proroga di Quota 103 per tutto il 2024. Questa misura consente di andare in pensione a 62 anni. Cinque anni prima rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero, con 41 anni di contributi.

Ma non solo: altre risorse serviranno per il rafforzamento di Ape sociale che il Governo ha riconfermato. Si prevede inoltre di ampliare la platea dei beneficiari. Inoltre Opzione donna tornerà ad essere accessibile a 58 anni e non più a 60 anche per le lavoratrici senza figli. Questo comporterà un numero maggiore di uscite anticipate dal lavoro e, dunque, più costi per Stato e Inps. Infine è ormai quasi certa l’introduzione della pensione part time sul modello della Svezia e della Norvegia.

In pratica dai 64 anni ai 67 un lavoratore potrebbe ridurre l’orario di lavoro fino al 50%. E verrebbe pagato per metà con lo stipendio e per metà con la pensione. Le ora in meno verrebbero lavorate dai nuovi assunti. Infatti la pensione part time dovrà andare di pari passo con incentivi per le aziende per assumere giovani con meno di 35 anni.

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