Curriculum, se sbagli ad inserire malattie ed invalidità sono guai | Come evitare problemi adesso

L’invalidità deve essere specificata nel curriculum? Sì ma rispettando una precisa procedura. Eventuali errori comportano gravi conseguenze.

I soggetti disabili con una riduzione della capacità lavorativa maggiore del 45% hanno il diritto di essere inclusi nelle liste della categorie protette e di accedere a dei vantaggi per l’inserimento nel mondo lavorativo.

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I disabili possono scegliere se indicare il loto stato di salute nel curriculum — Pontilenews.it

Di conseguenza, è obbligatorio indicare nel curriculum vitae la disabilità? In realtà, non c’è una norma che sancisce tale dovere. I disabili, quindi, possono autonomamente scegliere se indicare tale informazione tra i dati elencati nel curriculum.

Può, però, essere vantaggioso specificare l’appartenenza alle categorie protette, perché potrebbe velocizzare il processo di assunzione. Molte aziende ricercano personale con diritto al collocamento mirato, per il rispetto della quote di riserva stabilite dalla legge.

Se si sceglie di indicare il possesso della disabilità, tuttavia, è necessario osservare degli accorgimenti. Tra questi, è utile indicare il grado di invalidità ed eventuali esigenze relative al luogo di lavoro (ad esempio, in alcuni reparti si usano delle sostanze che impediscono la mobilità).

Curriculum vitae di un disabile: bisogna evidenziare la condizione di disagio?

Abbiamo specificato che i disabili sono liberi di decidere di compilare il curriculum senza evidenziare la loro menomazione. Esiste, tuttavia, un’eccezione a tale regola. Se si risponde ad un annuncio di lavoro destinato alla categorie protette, è necessario indicare la percentuale di riduzione della capacità lavorativa.

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Indicare nel curriculum la disabilità può essere vantaggioso – Pontilenews.it

Al fine di evitare discriminazioni, è stata emanata una legge che premia le aziende che assumono un determinato numero di invalidi. L’inserimento nelle categorie protette è possibile se si possiede un’invalidità civile con una percentuale di riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%.

Alcune delle categorie protette, però, inseriscono anche coloro che possiedono un’invalidità maggiore del 33%, gli invalidi di guerra o per servizio, i sordomuti e i ciechi.

Per l’iscrizione nelle liste del collocamento mirato presso i Centri per l’Impiego, è richiesta un’età anagrafica compresa tra i 15 e i 65 anni. Bisogna, inoltre, trovarsi in stato di disoccupazione. Le aziende con più di 15 dipendenti devono impiegare un determinato numero di soggetti rientranti nelle categorie protette. Gli importi cambiano in base alla grandezza dell’azienda.

In particolare:

  • un solo invalido per aziende dai 15 ai 35 dipendenti;
  • due invalidi per aziende dai 36 ai 50 dipendenti;
  • il 7% di invalidi e un altro appartenente alle categorie protette per le aziende dai 51 ai 150 dipendenti;
  • il 7% di invalidi e l’1% di altri appartenenti alle categorie protette per le aziende con più di 150 dipendenti.

L’assunzione degli invalidi può avvenire in tre modalità:

  1. tramite chiamata nominativa. L’interessato viene scelto direttamente per essere assunto;
  2. tramite chiamata numerica, per mezzo delle liste del Centro per l’Impiego;
  3. tramite concorso pubblico. Chi ha un’invalidità superiore all’80% è esonerato dallo svolgimento della prova preselettiva, se stabilita dal bando.
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