Se ti dicessi che le sirene esistono realmente, mi crederesti? Ti invito a dare uno sguardo a questa foto: non crederai ai tuoi occhi.
Sapevi che le sirene inizialmente erano raffigurate come metà donne e metà uccello? Le più famose risalgono alla mitologia greca e sono Partenope, Ligea e Leucosia, per citarne qualcuna. Partenope, addirittura, è la sirena che secondo la leggenda ha fatto nascere la città di Napoli.
Si credeva che queste creature cantassero delle melodie irresistibili per attirare i marinai e le loro imbarcazioni per poi farle schiantare contro gli scogli. Nell’Odissea c’è il famoso episodio in cui proprio Ulisse ascolta il canto delle sirene, che quasi lo porta alla follia.
Col passare del tempo, la loro immagine di donna uccello si trasformò. Nel medioevo diventarono delle figure più complesse fino ad arrivare ad essere le creature metà donne e metà pesce che conosciamo oggi. Come ogni leggenda, c’è sempre un fondo di verità, infatti esiste davvero una creatura che ha ispirato la fisionomia delle sirene.
I sirenidi: le creature dietro la mitologia
Alcune specie marine che riprendono proprio la figura delle sirene, vengono chiamati appunto sirenidi. Fu Cristoforo Colombo il primo a scrivere dei sirenidi nel suo diario il giorno 9 maggio del 1493. Descrisse di averne viste tre emergere dall’acqua, ma che non erano così belle come le leggende narravano.
Attualmente sono vivi quattro specie di sirenidi: il dugongo, il lamantino dei caraibi, il lamantino africano e lamantino delle amazzoni. Il dugongo viene chiamato anche “mucca marina” per il suo aspetto un pochino infagottato. Si trova nelle acque dell’indo-pacifico e si nutre principalmente di alghe marine, raramente esce dall’acqua.
La parte superiore del corpo ricorda vagamente il busto di una figura umana, mentre la coda è molto simile a quella delle leggende delle sirene. Il maschio di questa specie può arrivare ad una lunghezza di 580 cm e ad un peso di 300 kg. Purtroppo è una specie in via di estinzione.
Un altro sirenide è il lamantino dei Caraibi, che vive nelle acque calde del Golfo del Messico, dei Caraibi e delle coste della Florida. È solito attraversare brevi tratti di mare per spostarsi da un’isola all’altra ed ha un comportamento molto dolce e tranquillo. Anche questa, purtroppo, è una specie da proteggere. È ancora più grande del dugongo e può arrivare fino a 600 kg.
Il lamantino africano è un parente stretto di quello dei Caraibi, ha delle caratteristiche fisiche simili e vive nelle acque costiere dell’Africa occidentale. Anche questa specie può arrivare ad un peso massimo di 600 kg anche se ha un corpo più sottile rispetto al lamantino dei Caraibi.
Infine, abbiamo il lamantino delle amazzoni, che vive nelle acque della regione amazzonica. Questa specie può arrivare ad un peso di 300 kg ed ha una sagoma ovale molto caratteristica che la distingue dalle altre. Si nutre di piante acquatiche.