Più tempo per pagare le tasse: l’acconto del 16 novembre si potrà pagare a gennaio 2024, le ultime news

I titolari di Partita IVA potranno pagare le tasse a gennaio invece che entro il 16 novembre. Scopriamo le condizioni da rispettare.

Un aiuto per i lavoratori autonomi e i professionisti è stato inserito nel Decreto Anticipazioni pubblicato in sulla Gazzetta Ufficiale numero 244 del 18 ottobre 2023.

Pagamento delle tasse da gennaio, per chi
Aiuto per le Partite IVA, pagamenti rimandanti (Pontilenews.it)

Il Governo Meloni ha teso una mano verso i contribuenti che pagano l’IRPEF consentendo loro di rimandare il pagamento delle tasse al 2024. Novembre è il mese del secondo acconto ossia della quota sui redditi che verranno dichiarati l’anno successivo. La prima quota pari al 40% del totale si versa entro il 30 giugno insieme al saldo dell’anno precedente, mentre la seconda quota deve essere corrisposta entro il 30 novembre nella misura del 60%.

Ebbene, per il periodo d’imposta 2023 la rata di novembre si potrà pagare entro il 16 gennaio 2024 ma solo rispettando alcune condizioni. La scelta è del contribuente, non è obbligatorio rimandare il pagamento. Ma entriamo nei dettagli e comprendiamo meglio come funziona questa  opportunità.

Le tasse si possono pagare a gennaio 2024, ecco le condizioni

Le persone fisiche titolari di Partita IVA che nel periodo di imposta precedente hanno dichiarato ricavi o compensi sotto i 170 mila euro potranno versare la seconda rata dell’acconto entro il 16 gennaio 2024 e non più entro il 30 novembre 2023.

Proroga del pagamento delle tasse a gennaio 2024
Proroga del pagamento delle tasse a gennaio 2024 (Pontilenews.it)

Il contribuente potrà decidere di versare tutta la cifra in un’unica soluzione entro il nuovo termine oppure di approfittare del pagamento in cinque rate mensili di uguale importo. Ma attenzione, a partire dalla seconda rata verranno applicati gli interessi. Le scadenze successive sarebbero il 16 febbraio, il 16 marzo, il 16 aprile e il 16 maggio.

I soggetti ammessi alla proroga, come detto, sono i titolari di Partita IVA con redditi 2022 entro i 170 mila euro. Tutti gli altri dovranno rispettare la scadenza del 30 novembre. La normativa riguarda, poi, non solo l’IRPEF ma anche l’imposta sostitutiva dei forfettari e degli ex minimi, la cedolare secca sulle case, l’Ivafe, l’Ivie nonché l’imposta sostitutiva per compensi da ripetizioni.

Questi i tributi ammessi alla proroga dal Decreto Anticipazioni. Rimangono esclusi i contributi previdenziali corrisposti dagli autonomi iscritti alla Gestione Separata, dagli artigiani e dai commercianti. Un’altra puntualizzazione. La normativa fa riferimento alla seconda rata dell’acconto. Si presuppone, dunque, che la prima rata sia stata corrisposta.

Di conseguenza dovranno rispettare la scadenza del 30 novembre tutti i contribuenti che non hanno versato la prima rata entro il 30 giugno 2023 perché non tenuti a farlo. Parliamo dei titolari di Partita IVA con importo da corrispondere inferiore a 257,52 euro. Ribadiamo, infine, che la scelta di rimandare il pagamento a gennaio è totalmente personale.

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