Gianluca Vialli vi sblocca un ricordo incredibile | Ricordiamolo con una risata

Gianluca Vialli: un ragazzo che merita di essere ricordato a ciglio asciutto. Simpatico, sorridente, divertente. E sempre pronto a ridere anche di se stesso. Era un grande uomo anche per questo, o forse soprattutto per questo.

Ci sono eroi seriosi, gente che nasce con la tempra del dio moderno. Personaggi drammatici, dall’espressione corrusca. Tipi fatti per il dramma, per lo scontro, per la guerra.

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Vialli, ecco qualcosa che forse non vi ricordate | Pontilenews.it

Tipi che emergono nel dramma, nella tragedia, e che ovviamente si prendono molto sul serio. E poi c’era Gianluca Vialli.

Gianluca Vialli, dall’ Olimpo con un sorriso

Vialli, sin dalle sue prime galoppate, quelle che attrassero subito l’attenzione su di lui, apparve come un tipo diverso, molto diverso. Aveva quel modo di correre un po’ sbilenco, beffardo, che lasciava gli avversari a chiedersi che cosa gli fosse passato addosso. Non li umiliava, non li terrorizzava. Li ingaggiava, un po’ ingobbito. E generalmente, li superava.  Quando segnava uno dei suoi classici goal da Vialli, rideva.

Non faceva smorfie. Non odiava, non aizzava, non aggrottava la fronte come qualcuno che avesse conquistato una trincea nemica sgozzando avversario dopo avversario a colpi di baionetta. Rideva, come un grande ragazzo che giocando a pallone aveva trovato il modo di guadagnarsi (e bene) la vita. E che per questo era felice.

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Gianluca Vialli, in una delle sue esperessioni più tipiche | Pontilenews.it

E’ facile essere imbronciati, incattiviti, combattivi. Da che mondo è mondo lo sport è una metafora della guerra. E la guerra al suo livello più elementare è qualcosa che l’uomo ha combattuto da sempre, fa parte degli istinti più elementari. Qualunque idiota, si potrebbe dire, è capace di combattere e di essere cattivo al punto giusto.

L’intelligenza raffinatissima di un geometra

Per sorridere e per guardare al mondo con un po’ di ironia, invece occorre una scintilla che nasce solo dall’intelligenza. Vialli non aveva pretese di erudito, non citava in latino. Era un ragazzo che giocava a pallone ma che sin dai suoi esordi scolastici tutti i compagni ricordano come lo ricordiamo noi. Uno capace di andare a lezione in accappatoio.

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Gianluca Viale, il campione coi capelli riccioli | Pontilenews.it

Sempre pronto alla battuta, una intelligenza raffinatissima che giocava a gatto e topo con i piccoli drammi della quotidianità, senza mai prenderli troppo sul serio. Un po’ nelle aule di un istituto per geometri dove è ancora ricordato come “uno di noi”, un po’ sui campi di calcio. Le squadrette locali, la Sampdoria, la Juve, la Nazionale… Ma questa è una storia che sappiamo. Anche lì, in qualunque squadra abbia giocato, Vialli resterà sempre “uno di noi”.

Vialli e la TV: dalla Gialappa’s a “Mai dire Goal”

Forse chi non ha vissuto in diretta gli anni magici del giovane Vialli che galoppava sulla fascia con lo Swatch, ricorda meno che Gianluca è sempre stato un beniamino delle trasmissioni radiofoniche e televisive che proprio in quegli anni cominciavano a raccontare il calcio sorridendone. Anzi, diciamo la verità, facendoci ammazzare dalle risate.

Personalmente ricordo mondiali vissuti con lo schermo della TV e l’audio che veniva dalla radio, con la telecronaca della Gialappa’s. Di quel variopinto mondo che ruotava intorno al calcio, ci si divertiva, si rideva. Vialli è stato un beniamino, “uno di noi” anche per noi. Prima coi riccioli, poi con la pelata. Ma sempre uno che sapeva capire al volo una battuta e rimandartela indietro. Un eroe vero, in un mondo in cui la vivacità intellettuale è più l’eccezione che la regola.

Forse ancora in meno ricordano che Vialli di quella TV intelligente, divertente ed ironica è stato anche un protagonista. E se non ve lo ricordate, il ricordo ve lo sblocchiamo noi, con questo Vialli d’antan, trascinato da Aldo Giovanni e Giacomo a far parte dei “Bulgari”.

Una scena surreale, di humour piuttosto demenziale, nel quale Gianluca si diverte anche ad essere fuoriposto, e talvolta un po’ impacciato. Quindi perfetto, con quel cappello a cilindro, per spezzare una barra d’acciaio invisibile insieme ad Aldo, Giovanni e Giacomo.

Questo era Vialli. Un’intelligenza calcistica nel senso più proprio della parola. Un uomo, come tutti ricordano. Un uomo giusto che sapeva ridere, e che prendeva la vita come un’avventura emozionante, seria ma mai seriosa.

È il nostro addio a un campione grande e simpatico: Gianluca Vialli. Non lacrime, ma sorrisi per salutarlo. Ci mancherà, ma ci sforzeremo di non essere tristi.

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