Off Shore: morte di un grande ferrarista | Era sopravvissuto a un drammatico incidente in pista

Una vita incredibile, sempre sul filo del rasoio. Una stella che si è bruciata troppo presto, all’età di 35 anni

Il destino, probabilmente, è scritto nel firmamento per ciascuno di noi. Il pilota di cui stiamo parlnado si è salvato da un terribile incidente. Uno di quegli schianti da cui è quasi impossibile uscire illesi. Evidentemente non era giunta ancora la sua ora, doveva ancora provare il brivido di quell’ultimo volo. L’incredibile storia dell’ex pilota della Ferrari.

La barca Colibrì
L’incredibile e drammatica storia del campione – pontilenews

Figlio di una famiglia agiata che, tuttavia, non ha mai voluto bruciare le tappe. A lui piaceva la gavetta, piaceva soffrire e sudare. Ma adorava anche il brivido della velocità. E così, tante corse nelle categorie inferiori, prima di approdare in Formula 1. In Formula 1 ha corso in totale 72 gran premi, ottenendo 3 successi. 13, invece, i podi complessivi. Nella sua carriera ha corso con Tyrrell, negli anni 1978-1979, con con Ligier, nel 1980, e con la Ferrari, negli anni 1981 e 1982.

Proprio a bordo della Rossa di Maranello ebbe un terribile incidente, in occasione delle prove del Gran Premio di Germania, la mattina di sabato 7 agosto 1982. Mentre percorreva il lungo rettilineo prima del Motodrom alle spalle della Williams di Derek Daly, egli vide improvvisamente quest’ultimo spostarsi verso il bordo della pista. Pensando che il pilota irlandese volesse dargli strada, non modificò la propria traiettoria ed anzi accelerò. In realtà Daly si stava apprestando a sorpassare la Renault di Alain Prost, che procedeva ad andatura ridottissima, invisibile ai suoi occhi a causa della nuvola d’acqua sollevata dalla Williams. Accortosi troppo tardi dell’errore, non poté evitare l’impatto, che a causa della grande differenza di velocità tra la sua Ferrari e la monoposto di Prost fu violentissimo: l’auto di decollò e ricadde di muso al suolo distruggendo completamente l’avantreno.

La terribile storia del pilota francese Didier Pironi. Venne salvato e riuscì ad evitare l’amputazione degli arti. L’incidente significò tuttavia la fine della carriera motoristica. Nonostante ciò risulterà comunque secondo classificato nella classifica del mondiale di Formula 1 1982.

L’ultimo volo di Didier Pironi

Una guarigione lenta e dolorosa, che, nonostante i tentativi, lo porta a terminare la propria carriera in Formula 1. Decide quindi di buttarsi in un altro sport motoristico ad alte velocità: la motonautica, a bordo della iconica Colibrì.

Didier Pironi con Gilles Villeneuve
Didier Pironi con Gilles Villeneuve: rivali in pista, ma amici fuori – pontilenews

Il Colibrì è una barca nata per le regate in Mediterraneo, lo scafo ha una lunga e profonda chiglia per conferire grande stabilità di rotta e allo stesso tempo un buon passaggio sull’onda con il mare formato. Il timone è il suo punto debole: considerato dagli esperti poco reattivo, con la prua che impiega tempo prima di spostarsi in seguito a una manovra. E, infatti, le manovre nei porti soprattutto quando c’è un po’ di vento, sono molto difficoltosi e anche una minima variazione della direzione può risultare un problema.

Non sappiamo se tutto ciò abbia avuto un peso nella vicenda. Ma sappiamo che il nuovo amore sportivo è breve e intenso, riesce anche a vincere delle gare ma il 23 agosto del 1987 trova la morte, insieme agli altri due componenti del suo equipaggio (Bernard Giroux e Jean-Claude Guenard), in un ennesimo tragico incidente durante la gara Needles Trophy Race al largo delle coste dell’isola di Wight.

La barca del francese di origini italiane, la Colibrì 4, nel tentativo di guadagnare terreno sul capofila della gara, si ribalta alla velocità di 90 nodi (circa 170 km/h) tra le onde di scia della petroliera Esso Avon, non lasciando scampo agli occupanti. Finisce così la sua tormentata esistenza a soli 35 anni.

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