Super Yacht, il lusso italiano vince, uno stile da Supercar anni ’30

Italians do it better. Il tempo passa, le mode cambiano, i super Yacht entrano in nuove dimensioni, ma il made in Italy non passa mai di moda.

Il concept delle barche sta subendo innumerevoli mutamenti oggigiorno. C’è la tendenza sempre più alla grandezza, in contrapposizione con la crisi globale che ci fa sembrare tutto più piccolo e angusto. Loro no, invece.

Super Yacht – PontileNews.it

Super Yacht sempre più grandi all’interno, anche a discapito delle linee fluide. Alt. No licet, direbbero i sommi maestri latini. Super Yacht sì, vanno bene anche le grandi dimensioni, ma sul design non si può scendere a compromessi.

Igor Lobanov è stato irremovibile quando ha pensato a un cinquanta metri da urlo, con dieci posti e uno stile da Supercar anni ‘30, perfino una spiaggia privata. “Mi sono ispirato alle auto sportive di lusso degli anni ’20 e ’30”. Gli fa eco Cecile Gauert un irredentista sul design: niente compromessi quelle linee fluide sono un must e devono rimanere tali. Et voilà ecco il Super Yacht che sta facendo sta facendo impazzire tutti in questo segmento di mercato, di nicchia eppure in costante espansione. Ha vinto perfino un BOAT International Design & Innovation Awards 2023 il Mangusta 165 REV, una reinvenzione di un modello (sì, il 165) di successo).

Gemelli diversi

Le linee del Super Yacht sono proprio come le volevano Lobanov, sembra una di quelle macchine che andavano di moda negli Anni Ruggenti, quelli con il cofano lungo tanto per intenderci: “La gente era solita sedersi in basso dietro enormi motori e la linea scendeva subito dopo – ricorda Igor Lobanov – è così che mi è venuta questa idea.

Yacht di lusso – NewsSportive.it

Simile al suo predecessore ma non uguale il Mangusta 165 REV: una delle differenze è nel front-end dove ci sono due mazzi e non uno, ma anche nell’altezza, in quei centimetri che il nuovo dà al vecchio. Più in generale è l’innovazione stessa a fare la differenza. La suite armatoriale è a prua, sul ponte principale, ma è lo spazio a essere reinventato, senza perdere di vista l’aspetto tradizionalmente fluido del Mangusta 165 originale, uno spazio rotto da scale. Novantadue metri misura questa suite, poco più su di due l’altezza: Lobanov con il Mangusta 165 REV non ha aumentato la stazza lorda, l’ha proprio spostata. Come?

Alzando la sezione prodiera del ponte, sopra la quale si trova un’ampia zona relax all’aperto. Anche il materiale di costruzione è leggermente cambiato con l’aggiunta di un po’ più di fibra di carbonio. Non è una Mangusta 165, è un Mangusta 165 REV, in quelle tre lettere maiuscolo c’è un mondo differente, fra gemelli diversi.

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