Inondazioni, in questo modo si possono prevedere: funziona così

I recenti tragici avvenimenti in Emilia-Romagna hanno riportato in evidenza Flood Hub, creazione di Google. Vediamo in cosa consiste nello specifico.

Le inondazioni sono diventate, nel corso del tempo, un serio problema al quale far fronte tempestivamente, per prevenire disastri di grandi proporzioni. I fenomeni estremi sono purtroppo all’ordine del giorno, e non possiamo negare che una grande incidenza è certamente dovuta al cambiamento climatico.

Inondazioni come prevederle con l'intelligenza artificiale
Le inondazioni causano disastri su larga scala e mettono a rischio l’incolumità delle persone: come prevederle? (pontilenews.it)

Passiamo infatti periodi dell’anno con temperature solitamente al di sopra delle medie stagionali e con la totale assenza di precipitazioni. Precipitazioni che poi, eventualmente, arrivano, ma sovente di proporzioni mai viste prima e che causano inevitabilmente gravi danni a cose e persone, senza distinzione alcuna.

L’Emilia-Romagna, recentemente, ha subito lo stesso destino. Svariati comuni e terreni circostanti completamente allagati a causa di precipitazioni di dimensioni straordinarie, che hanno conseguentemente causato la tracimazione dei fiumi. In alcune zone sono stati registrati 500 millimetri di pioggia caduta in 36 ore, la quantità che solitamente si registra in metà anno. C’è un modo però per prevedere le inondazioni e limitare i danni, e ce lo fornisce Google.

Google Flood Hub: l’intelligenza artificiale che permette di prevedere le inondazioni

Google Flood Hub è uno dei tantissimi servizi dell’azienda di Mountain View, ed è basato sull’intelligenza artificiale. Questa IA utilizza i dati meteorologici pubblici disponibili, come previsioni meteo e immagini satellitari, combinando il modello idrologico e il modello di inondazione.

Inondazioni come prevederle con l'intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale potrebbe aiutarci ad intervenire prima che si verifichi un’alluvione (pontilenews.it)

Nello specifico, il modello idrologico prevede la quantità di acqua che scorre in un fiume, mentre quello di inondazione prevede le aree interessate dall’inondazione e la profondità dell’acqua. E pensare che Flood Hub agli inizi era disponibile solo in India e in Bangladesh. Con il passare degli anni, però, la sua copertura è stata estesa fino a 80 Paesi di tutto il mondo, con circa 460 milioni di persone residenti nelle aree analizzate. A questi Paesi si è aggiunta proprio in queste ore anche l’Italia, con una copertura tuttavia ancora limitata alla sola parte settentrionale della Penisola, soprattutto nelle zone attraversate dal fiume Po.

Ma Flood Hub è anche facile da utilizzare per tutti? Assolutamente sì. La piattaforma permette, consultando una cartina in pieno stile Maps, di selezionare una zona di proprio interesse e consultare i dati e le previsioni sulle inondazioni locali fino a 7 giorni prima che si verifichi l’evento. Ciò consente, nell’eventualità, di organizzarsi con misure volte ad arginare al meglio le possibili inondazioni, scongiurando o almeno limitando i danni causati da esse.

Ancora una volta quindi l’intelligenza artificiale si rende protagonista, in questo caso aiutando l’uomo ad accelerare i tempi e ad intervenire tempestivamente per scongiurare potenziali catastrofi. Considerando che i fenomeni estremi stanno diventando sempre più ordinari, ogni possibile aiuto nella prevenzione è senz’altro gradito.

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