In Sicilia il no è ‘Ntzù’: il classico suono con la lingua è merito dei Greci | Quando scopri il perché rimarrai scioccato

Questo suono del siciliano deriva direttamente dalla lingua dei Greci: ecco la particolare storia linguistica che forse non conosci.

Come tanti altri dialetti italiani, anche il siciliano è ricco di suoni, lemmi e modi di dire magari sconosciuti alle altre regioni del Bel Paese; una delle caratteristiche dell’italiano è infatti quella di avere la ricchezza di tantissime varianti dialettali, che hanno tra l’altro delle origini molto antiche.

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Le curiosità dietro al particolare modo di dire “no” in Sicilia: ecco perché c’entra il greco  – pontilenews.it

L’Italia, avendo raggiunto l’unita solamente nella seconda metà del XIX secolo, è stata per tantissimi secoli divisa e, soprattutto, sotto l’influenza di popoli o stati stranieri: greci, goti, arabi, bizantini, longobardi e poi ancora spagnoli, francesi e austriaci hanno influito sulla formazione di diverse sfumature culturali e linguistiche, aumentate anche dalla centralità dei Comuni italiani durante l’Umanesimo.

Non è dunque strano, per risalire all’origine di alcuni suoni ed espressioni dei dialetti, cimentarsi con lingue straniere: sapevi ad esempio che questo particolare suono, molto comune anche nel siciliano di oggi, deriva direttamente dal greco? Ecco perché.

Il siciliano e il greco: la storia di questo particolare suono

Utilizzato solitamente come negazione (anche accompagnato da altri segni prossemici, come la leggera sollevazione del mento) il suono “ntz” o “ntzù” è caratteristico del siciliano e anche di tutta l’area linguistica meridionale estrema che comprende quindi anche parte della Calabria e il Salento pugliese.

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L’origine greca dell’espressione siciliana per dire “no”: ancora una volta influenza tra lingue straniere e dialetto – pontilenews.it

A spiegare le origini di questo particolare utilizzo dei dialetti meridionali (come ricorda anche il sito catania.liveuniversity.it) gli studiosi Alberto Sobrero e Annarita Maglietta nel manuale Introduzione alla linguistica italiana (edito dalla casa editrice Laterza, Bari, 2001, p. 204) affermano che si tratta di una “vigorosa negazione” utilizzata in gran parte dell’Italia meridionale e accompagnata da una spinta della testa all’indietro, definita come head-toss.

Il movimento della testa, solitamente considerato in maniera diversa, potrebbe essere proprio confuso con un “si”, ma l’espressione e il tono restano comunque comprensibilissimi anche nel resto d’Italia; l’uso deriva direttamente dal sostrato greco del dialetto, considerando come in  Grecia e nell’isola di Cipro annuire verso l’alto ha una connotazione negativa nella comunicazione. In greco tra l’altro, per dare maggior enfasi, viene utilizzato anche il suono “tsou”, che tanto ricorda quello usato in siciliano. Un’altra dimostrazione, insomma, di quanto culture estere siano ancora fortemente presenti nel nostro quotidiano.

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