Non andare in bagno fa molto male | Anche per il cervello

Brutte notizie per chi ha difficoltà ad andare in bagno. Un nuovo studio mette in guardia sulle possibili (tragiche) conseguenze.

L’argomento non è dei più piacevoli, ma vale decisamente la pena di affrontarlo. Tutti noi abbiamo di tanto in tanto difficoltà ad andare in bagno. Forse non abbiamo assunto abbastanza fibre, o forse siamo appena tornati da una vacanza (sì, incide eccome!), per citare solo due possibili cause.

non andare bagno fa male cervello
Coloro che hanno problemi cronici a defecare presentano un più alto rischio di declino cognitivo. – Pontilenews.it

Fondamentalmente, la stitichezza è un problema abbastanza comune. Circa il 16% della popolazione mondiale deve farci i conti. Secondo un nuovo studio, tuttavia, coloro che hanno problemi cronici a defecare presentano anche un più alto rischio di declino cognitivo. Andiamo a vedere tutto nello specifico.

Il ruolo dell’intestino sulla nostra salute mentale

Il danno (che molte persone sperimentano invecchiando) si presenta con una graduale perdita di capacità di pensiero, concentrazione e memoria. Alcuni ricercatori statunitensi hanno scoperto che coloro che defecano solo ogni tre giorni o più hanno il 73% in più di probabilità di soffrire di declino cognitivo rispetto a quelli che lo fanno ogni giorno. Il punto è: perché?

non andare bagno fa male cervello
Se una certa disfunzione non viene affrontata, può innescare conseguenze a cascata sul resto del corpo. – Pontilenews.it

Il nuovo studio, presentato alla Conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association nei Paesi Bassi il 19 luglio scorso, si aggiunge a un crescente corpus di ricerche che suggeriscono come la salute dell’intestino svolga un ruolo nella demenza e nelle malattie a essa correlate, come il morbo di Alzheimer. In poche parole, coloro che non defecano abbastanza spesso hanno un cervello più vecchio.

Più nello specifico, i cervelli dei partecipanti con movimenti intestinali poco frequenti sono di tre anni più vecchi rispetto quelli dei soggetti che vanno al bagno regolarmente. Gli scienziati dell’Università del Massachusetts Amherst, negli Stati Uniti, hanno analizzato i dati sanitari di oltre 110.000 adulti. Tutti hanno riportato la frequenza dei loro movimenti intestinali tra il 2012 e il 2013. Hanno anche valutato i cambiamenti nella propria memoria, attenzione e altri aspetti della cognizione per un periodo da due a quattro anni tramite un sondaggio.

“I nostri sistemi corporei sono tutti interconnessi”, ha spiegato Heather Snyder dell’Alzheimer’s Association di Chicago. “Quando un sistema non funziona correttamente, ha un impatto su altri sistemi. Se una certa disfunzione non viene affrontata, può innescare conseguenze a cascata sul resto del corpo“. I cambiamenti irregolari nelle abitudini di defecazione di solito si risolvono in un breve lasso di tempo e non sono motivo di preoccupazione. Ma se i problemi non si risolvono nel giro di una o due settimane e insorgono altre complicazioni (sangue nelle feci, forti dolori addominali, vomito, ecc.) è bene consultare un medico di famiglia.

Impostazioni privacy