In che modo IKEA ha utilizzato la psicologia per diventare il più grande rivenditore di mobili al mondo? Oggi scopriremo la verità.
Fondata nel 1943 da Ingvar Kamprad, IKEA vende mobili, elettrodomestici e accessori per la casa pronti per il montaggio. Quella che era iniziata come una visione per portare l’interior design alle masse è cresciuta fino a raggiungere i 433 negozi IKEA, che operano in 52 paesi. Dal 2008, IKEA è il più grande rivenditore di mobili al mondo.
Ma lo sapevi che IKEA usa la psicologia per ottenere quel successo? Uno dei fattori che influisce sul successo di questo rivenditore di mobili è l’effetto IKEA. Questo effetto conferma che le persone attribuiscono più valore ai prodotti perché si occupano in prima persona della fase di montaggio. In altre parole, il lavoro porta amore.
I ricercatori hanno descritto l’esperimento che ha dato il nome all’effetto IKEA in questo modo: “Due gruppi hanno ricevuto scatole IKEA, a un gruppo sono state fornite versioni completamente assemblate e all’altro scatole non assemblate, che è stato detto loro di assemblare.
Questo secondo gruppo era disposto a pagare molto di più per la propria scatola durante il successivo processo di offerta, rispetto a quelli con scatole pre-assemblate”.
Ossessionati da IKEA: stiamo facendo un buon affare?
Le aziende che cercano di aumentare i propri profitti potrebbero sfruttare l’effetto IKEA: applicando prezzi inutilmente elevati per un prodotto, anche quando il cliente si assume il costo di assemblarlo da solo. Alcune aziende, come IKEA e Build-a-Bear, hanno modelli di business incentrati sul farci pagare per il nostro lavoro. L’effetto IKEA potrebbe portarci a trascurare il fatto che stiamo facendo un cattivo affare.
Allora, perché le persone continuano ad essere ossessionate dall’azienda svedese? L’effetto IKEA è molto simile a un altro pregiudizio cognitivo chiamato effetto dotazione, in cui le persone apprezzano maggiormente gli oggetti se appartengono a loro, o anche se provano solo un senso di proprietà su di essi.
Ad esempio, uno studio ha rilevato che il solo fatto di avere una barretta di cioccolato seduta vicino per 30 minuti induceva le persone a valutarla maggiormente. Tuttavia, l’effetto IKEA è distinto dall’effetto dotazione: richiede specificamente che una persona costruisca o realizzi qualcosa da sola.
Inutile dire che ci piace sentire di sapere cosa stiamo facendo; che siamo in grado di gestire i compiti che ci vengono assegnati. In effetti, la nostra autoefficacia percepita, ovvero le nostre convinzioni sulle nostre capacità di comportarci bene ed esercitare il controllo sulle nostre vite, è una componente importante della nostra salute mentale generale.
La ricerca ha fornito buone prove del fatto che questo aumento dell’autoefficacia gioca un ruolo nell’effetto IKEA.