Esonero turni di notte con la 104, come funziona davvero la legge

Sai come funzionano gli esoneri dei turni di notte con la 104? La legge è piuttosto chiara al riguardo: ecco cosa dice.

Chi deve prendersi cura di una persona disabile, e allo stesso tempo lavorare, fa una fatica incredibile. Non è facile far coincidere professione e assistenza, soprattutto se il tempo è piuttosto limitato. Ci vuole massimo rispetto per queste persone, le stesse che si impegnano affinché il proprio parente sia allegro e spensierato. Ma chi lavora di notte come può gestire gli orari, cioè quelli dati dagli esoneri?

Come funzionano gli esoneri dei turni notturni con la 104
Ecco come funzionano gli esoneri dei turni notturni con la Legge 104 – Pontilenews.it

Di base sappiamo che la Legge 104 non si occupa espressamente dei turni di notte, però c’è una precisazione da fare. Il Ministero della Lavoro definisce “a carico”, quando la tutela del disabile è sulle spalle di chi lo mantiene. Ciò significa che – anche per i lavori notturni – si deve seguire quanto stabilito dalla norma generale sui permessi lavorativi. Chi lavora di notte ha diritto all’esonero notturno, a patto che il lavoratore presti effettivamente assistenza al disabile.

Esoneri dagli orari notturni, si possono richiedere con la Legge 104? Risponde anche la Cassazione

A confermarlo è anche un’altra dicitura molto importante. La circolare n.90/2007 dell’INPS afferma che l’assistenza non deve essere necessariamente quotidiana. Ciò che importa è che assuma i caratteri della sistematicità e dell’adeguatezza, così da aiutare la persona con disabilità in situazioni gravi. Sulla questione è intervenuta anche la Corte di Cassazione, che con la sentenza n.12649/2023 ha approfondito il tema.

Come funzionano gli esoneri dei turni notturni con la 104
Non dimenticate queste informazioni: vi serviranno – Pontilenews.it

Nella sentenza viene affermato che il lavoratore che mantiene un disabile non è obbligato a svolgere le attività di lavoro notturne. Non ha importanza se il datore di lavoro ritenga che non sia essenziale, o che la persona che assiste si pensa “non sia disabile”. Finché il contribuente ha modo di dimostrare la veridicità di quello che dice, non gli si può negare il diritto. La Corte di Cassazione sottolinea l’articolo 3 della Legge 104/1992, documento in cui se ne parla apertamente.

Inoltre – secondo la Corte di Cassazione – non si deve proibire la possibilità di avere cura di una persona con una chiara menomazione. Il principio è valido anche se la persona soffre di una difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa. Se la sua influenza a livello sociale è soggetta ad emarginazione, anche in questi casi il lavoratore che presta assistenza ha la possibilità di esonerarsi dagli orari notturni. Queste sono le principali regole da tenere a mente per chi ha un parente che percepisce la Legge 104.

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